“Lascia fortemente perplessi la notizia della determinazione positiva della Regione Calabria per la riconversione della Centrale del Mercure”. Lo afferma Luigi de Magistris, europarlamentare Idv. “Con questo atto – dice de Magistris - la Regione calpesta la volontà dei cittadini e tenta di svendere il proprio territorio per soddisfare chissà quali interessi”.[MORE]
De Magistris ha depositato, pochi giorni fa, una nuova interrogazione alla Commissione europea sull’illegittima estromissione dell’Ente Parco del Pollino sul progetto di riconversione della centrale in un impianto a biomasse. “Abbiamo rilevato numerose e macroscopiche infrazioni all’ordinamento nazionale e comunitario nell’iter autorizzativo – spiega de Magistris – in particolare sul mancato coinvolgimento dell’Ente Parco, che è autorità competente riconosciuta ai sensi della legge quadro sulle aree protette. L’impianto infatti è realizzato all’interno del Parco, in una doppia Zps (Zona di Protezione Speciale): Pollino-Orsomarso e Massiccio Monte Pollino-Monte Alpi”.
“Il provvedimento della Regione – prosegue de Magistris - è inoltre da ritenersi illegittimo, sia perché non vede coinvolti gli enti interessati e i cittadini, con un’apposita conferenza dei servizi, sia perché il dirigente del settore avrebbe utilizzato gli atti nulli prodotti dalla Provincia di Cosenza prima di essere dichiarata incompetente”. “La Regione Calabria – conclude de Magistris – dovrebbe responsabilmente bloccare l’iter e abbandonare il progetto di riconversione, rispettando le volontà della comunità locale che chiede la tutela del territorio, dell’ambiente e del diritto alla salute. E’ una scelta politica che investe il futuro dell’intera area del Pollino.
La centrale a biomasse metterebbe una pietra tombale sulle opportunità di sviluppo di un territorio la cui ricchezza è rappresentata dall’ambiente, dal paesaggio, dal patrimonio culturale, dalle produzioni tipiche. Un patrimonio che verrebbe distrutto per sempre, soltanto per arricchire i soliti prenditori e lasciare il miraggio di pochi posti di lavoro come elemosina per la comunità”.