Debito pubblico e pressione fiscale: l'Italia resta al "top"

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PARIGI, 25 OTTOBRE 2012 - Nonostante il rigore, la manovra “lacrime e sangue” ed i flebili segnali di ripresa segnalati dall’Istat, l’Italia registra un nuovo record negativo per quanto riguarda l’annoso problema del debito pubblico. Secondo i dati forniti da Eurostat, il debito pubblico nel primo trimestre del 2012 aveva raggiunto il 123,7%% del Pil, per poi impennarsi fino al 126,1% riscontrato nel secondo trimestre, polverizzando l’asticella del deficit fissata nel 1995, quando il debito era “solo” del 120,9%.

Tra i paesi dell’Eurozona, il debito pubblico del Belpaese è secondo solo a quello della Grecia, lontanissimo (se questa fosse una gara a fare peggio) a 150,3% del proprio Pil e schizzato dal 136% delle misurazioni precedenti. In ogni caso, è tutta l’Eurozona a vedere aumentato il proprio debito pubblico: tra aprile e giugno 2012 la media dell’Eurozona è passata dall’88,2% del Pil segnalato nel primo trimestre al  90% evidenziato nel secondo, mentre l’intera Ue è arrivata all’84,9% dall’83,5% registrato a marzo.[MORE]

Di fronte ad i dati prospettati da Eurostat, il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, non ha perso la calma: «L'obiettivo che ci siamo dati a partire dal 2013, il pareggio di bilancio, è un'impresa difficile, ma possibile» a patto che il prossimo governo continui sulla strada delle «riforme strutturali».

Se il debito pubblico è elevato, le tasse raggiungono il primato. Tra i paesi Ocse, l’Italia non è seconda a nessuno per quanto riguarda la pressione fiscale: mentre la media Ocse si attesta al 34% del Pil nel 2011, in Italia è di circa nove punti percentuali in più, arrivando al 42,9%. Tutta l’area Ocse, comunque, è stata soggetta ad una crescita del prelievo fiscale che nel 2011 si attestava su una media del 33,8% del Pil. Secondo il rapporto Ocse, l’aumento degli ultimi due anni è da un lato l’effetto della ripresa economica che ha portato gli introiti da tassazione ad aumentare più velocemente del Pil e dall’altro è collegato al semplice aumentato delle tasse o della base di tassazione. Indovinate quale dei due effetti riguarda l’Italia.

A proposito della pressione fiscale italiana, Grilli ha individuato la necessità di «concentrare gli sforzi dell’amministrazione finanziaria maggiormente sui soggetti protagonisti dell’evasione ed evitare il disturbo alle attività legittime e legali delle imprese più competitive».
 
Giovanni Gaeta

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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