VERONA, 8 NOVEMBRE 2014 - Quello che si è tenuto ieri in Gran Guardia doveva essere un dibattito su “Unioni gay e fine vita” e invece si è trasformato in uno scontro tra ideologie forti. A fare da moderatore c’era Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, sei relatori, tre “integralisti” e tre “liberali” e infine l’ospite d’onore, Marco Pannella. Tre i liberali, oltre Pannella, Marco Cappato dei Radicali e il consigliere della Lista Tosi Giorgio Pasetto; tra gli integralisti Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici, il professor Gandolfini, vicepresidente nazionale di Scienza & Vita e il consigliere Zelger.[MORE]
Stoccate sono arrivate dal consigliere Alberto Zelger, integralista cattolico, difensore della famiglia naturale e contro l’eutanasia, che ieri sera ha preso di mira le donne, “che hanno un cervello differente da quello degli uomini, basta leggere degli studi scientifici e vedere come parcheggiano le auto. O, ancora, vedere come se la parte sinistra del cervello di un uomo viene colpita da un oggetto lui smette di parlare, mentre la donna continua”. Anche l’intervento di Massimo Gandolfini ha lasciato non pochi perplessi quando ha detto: “Basta dire che gli omosessuali sono malati. Non è vero. Sono persone, è scientificamente provato, che devono essere soccorse”.
Ma la retorica non è stata l’arma solo degli integralisti. Concetti triti anche per la controparte, con un Cappato che sottolinea che chi difende tanto la sessualità è perché spesso ha “una latente omosessualità” con la quale fare i conti. E ancora Pasetto che dice: “dissento su tutto quanto detto da Zelger tranne che sul fatto che almeno lui ha accettato un dibattito che altri “progressisti” non fanno”. Insomma un botta e risposta con frasi un po’ scontate, ma il cui effetto è assicurato.
Federica Sterza