Politica

Dichiarazione, Vincenzo Capellupo sulla città di Catanzaro "Capoluogo retorica elettoralistica"

 Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO 28 FEBBRAIO - “Nella discussione sulla città di questi mesi credo di poter dire, a malincuore, che l’utilizzo dei termini città o Capoluogo sono ormai diventati pura e semplice retorica elettoralistica, termini soggetti a svalutazione o a non significare nulla dato il cattivo o banale utilizzo che spesso ne viene fatto. Appare chiaro tutto ciò, leggendo ed ascoltando il tenore del dibattito politico con l’assenza di un ragionamento ed una analisi complessiva su quello che Catanzaro è e deve essere.[MORE]

Prevale l’idea del personalismo, della città come mezzo più che come fine, del dichiarare gli obiettivi più che provare a lavorare per raggiungerli, del ridurre tutto a meccanismo elettorale più che alla definizione di programmi e di politiche. Sembra più che alla costruzione di una comunità o di un buon governo si stia lavorando a mettere in piedi, o a continuare a tenere vivo, un mercato, un luogo dove prevale  il mercimonio pubblico e privato, un paradigma dell’indifferenza.

Prevale, soprattutto, l’assenza di amore, di visione, di consapevolezza delle reali necessità del capoluogo.  Perché? Mi pongo questo interrogativo, adesso come altre volte in questi anni di rappresentanza istituzionale nella mia città, con testa, pancia e cuore. E’ evidente l’assenza a tutti i livelli di una classe dirigente visionaria, il governo della fedeltà al padrone è sempre fallimentare rispetto a quello frutto dell’impegno civico quotidiano e delle competenze che esistono. Perché uno dei primi mali dei quali siamo affetti è l’idea che dobbiamo essere rassegnati ad un destino inevitabile e immutabile che ci consegna al governo dei maneggioni di preferenze, dei furbi perché così deve essere, perché non c’è di meglio. Non è così. Esistono le differenze, esistono i comportamenti diversi e le persone competenti che possono essere all’altezza della storia e del ruolo della nostra città.

Già perché noi siamo il Capoluogo di Regione, certo una realtà istituzionale incompleta a causa di quanto sopra dicevo, che deve difendersi paradossalmente da altre istituzioni che attentano spesso al suo ruolo istituzionale. Una follia che, sicuramente, la concentrazione fisica degli uffici regionali nell’unica sede delle Cittadella regionale in qualche modo prova a frenare ma che ha dei vizi di partenza insuperabili se pensiamo ad esempio alla divisione tra Giunta e Consiglio regionale. Bisogna quindi lavorare sull’idea di Catanzaro Capoluogo di Regione tra i calabresi, perché nessuno senta come minaccia o come campanilismo, ma anzi come opportunità, il richiamo al rispetto di un ruolo istituzionale e centrale della città di Catanzaro nel panorama calabrese. E bisogna fare in modo che anche i catanzaresi stessi, però, coltivino una cultura di maggior rispetto verso la stessa nostra città. Identità culturale non vuol dire ostilità verso le altre realtà ma capacità di conoscersi realmente e  conseguentemente di integrarsi e fare rete.

Capoluogo significa riuscire a cucire una città policentrica che sia vivibile e sostenibile utilizzando l’opportunità che offre al resto della città il quartiere Germaneto. Quartiere Germaneto, si lo spieghiamo a tutti nuovamente si tratta di un quartiere e non di una cittadina in provincia di Catanzaro, che deve essere, così come abbiamo voluto proporre ed imporre nel Psc di Catanzaro, l’area dei servizi pubblici della Calabria e dei calabresi. Immaginare, grazie anche alla nuova metro, non solo il grande insediamento istituzionale della Cittadella regionale, ma anche un grande polo culturale con l’università Magna Graecia e l’unica facoltà di medicina; un hub sanitario di eccellenza non in contrapposizione con gli altri ospedali ma a servizio dei cittadini della Calabria valorizzando l’enorme insediamento sanitario pubblico e privato che esiste già nella città di Catanzaro.

Ed ancora fiscalità di vantaggio che consentano a questa area di diventare un centro nevralgico per la ricerca e l’investimento in applicazioni mediche e biomediche, diventare un enorme incubatore di start up che lavorino sulla base dell’integrazione con i settori di punta che il sistema universitario cittadino ha già sviluppato. Il tutto valorizzando il rapporto con il territorio, sia con gli insediamenti storici della stessa città da marina al centro e sia con  il resto del territorio regionale. Di questo, dopo la stasi degli ultimi anni di amministrazione, vorrei che si parlasse in questo momento e per il futuro. Vorrei dei cittadini conoscitori e orgogliosi della propria identità culturale catanzarese e dei propri rappresentanti, di Capoluogo di Regione  tale nei fatti, vorrei una classe dirigente preparata per cui l’unico fine è la costruzione di una comunità migliore in cui vivere. Io continuo a sognare e vivere il mio impegno quotidiano in questa direzione e chiedo tanto sia ai miei concittadini quanto alla buona classe dirigente della mia città, uno scatto di orgoglio e coraggio perché le cose possono e devono cambiare. Io sono convinto che tutto ciò sia possibile e che ci sono risorse umane e intellettuali per attuarlo anche in tempi brevi".

(notizia segnalata da: Vincenzo Capellupo)