Estero

Grecia, Varoufakis lascia: "Aiuto Tsipras". Attesa per le mosse Bce, ma Berlino chiude le porte

ATENE, 06 LUGLIO 2015 - La giornata in Grecia dopo l’esito dello storico referendum si apre con una sorpresa: il ministro delle finanze ellenico, uscito vincitore dal risultato delle urne che hanno bocciato il nuovo piano di riforme preparato dai creditori internazionali da lui osteggiato, si è dimesso. Lo ha reso noto lo stesso ministro con un post sul suo blog e su twitter dal titolo ‘Minister No More!’. Lo scopo, sarebbe quello di far ripartire le trattative e aiutare Tsipras nel trovare un’intesa con i creditori: “Alcuni partner preferiscono una mia ‘assenza’ dai loro vertici. Porterò con orgoglio il disgusto dei creditori nei miei confronti”, ha spiegato Voroufakis. 

A sostituirlo come nuovo ministro delle finanze sarà Euclid Tsakalotos, 55 anni, formato negli studi in Gran Bretagna e docente di Economia all'Universita' di Atene, componente del comitato centrale di Syriza e già capo negoziatore greco a Bruxelles nonché portavoce del governo Tsipras per l'economia.
[MORE]


Negoziato difficile, ma Tsipras è fiducioso
. Intanto Alexis Tsipras, forte del mandato popolare ricevuto ieri sfida Europa e Germania e alza la posta: “La Grecia da domani vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative: vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale”, ha detto il premier greco in un messaggio alla nazione, confidando tuttavia in un accordo finale: al prossimo eurosummit, ha precisato il premier greco, porteremo nuove proposte. Centrale sarà il problema del debito da “riarticolare” e la necessità “di riportare alla normalità il sistema delle banche”.  


Per Atene, infatti, la situazione resta di emergenza: gli istituti di credito rischiano di rimanere a secco già martedì, l'economia ellenica, già fortemente penalizzata da una settimana di incertezza, rischia di subire altri danni dalla proroga del controllo dei capitali decisi dal governo: le banche resteranno chiuso e il tetto ai prelievi è stato confermato, forse per l'intera settimana. Esclusa l’introduzione di una valuta parallela per affrontare il problema liquidità, l’unico aiuto può venire dalla Banca centrale europea. Per questo la Banca di Grecia ha presentato in nottata una richiesta di aumento di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela alla Bce. E da Francoforte sono già arrivati segnali positivi in questa direzione: “La Bce ha ben chiaro che se è necessario fare di più, farà di più”, ha affermato il membro francese del board della Bce Benoit Courè, ma ancora non è arrivata la risposta definitiva.


Berlino chiude le porte: parliamo ma non ci saranno compromessi
. Più difficile, invece, sembra la partita con i creditori e i partner europei. I leader europei sono scettici, convinti che Atene abbia perso ogni credibilità. Tuttavia c’è la consapevolezza di dovere inevitabilmente affrontare le conseguenze del ‘No’ greco. Oggi la cancelliera Angela Merkel incontrerà il presidente Francois Hollande, mentre il presidente del Consiglio europeo ha convocato per martedì 18 una riunione straordinaria dei leader dei paesi dell’Eurozona per “discutere la situazione dopo il referendum in Grecia”.


Ma i toni non sono certo dei più concilianti: se a caldo la Mekel aveva addirittura accusato il governo greco di “mandare il Paese contro un muro”, il ministro delle finanze Schauble metteva le mani avanti precisando che "il taglio del debito non è un tema e il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijisselbloem definiva senza giri di parole il risultato “molto negativo per il futuro della Grecia”, anche dai socialisti le aperture sono minime. Tutti sembrano condividere l’opinione del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz: “La proposta bocciata dal popolo greco era quella condivisa dagli altri 18 Paesi. Adesso toca al governo ellenico avanzare una controproposta che convinca le altre nazioni”.

Renzi, domani indicare via per uscire da emergenza. La Grecia "é in una condizione economica e sociale molto difficile. Gli incontri di domani dovranno indicare una via definitiva per risolvere questa emergenza". Lo scrive su Facebook il premier Matteo Renzi, parlando del "cantiere" Grecia, che dopo il referendum va affrontato "rapidamente" nelle capitali europee e a Bruxelles. "Non è più rinviabile", dopo il referendum greco, "il cantiere dell'Europa", a partire dalla crescita, prosegue il presidente del Consiglio. Serve "politica, non solo parametri. Se restiamo fermi, prigionieri di regolamenti e burocrazie, l'Europa è finita".
 

Insomma, Tsipras ha vinto una drammatica battaglia, ma la ‘guerra’ per far uscire Atene dal tunnel ed evitare una Grexit è ancora tutta da combattere.