Fantasticherie del cuore

Domani sarà Primavera anche dentro di noi?

"Locri: Solo una vera conversione dei cuori aprirà le nostre comunità ad una nuova primavera, trasformando il messaggio del Presidente Mattarella e di don Ciotti contro le mafie in un inarrestabile fiume in piena di legalità e giustizia".

Domani almeno sulla carta sarà primavera. Finisce comunque l’inverno con le sue piogge e il suo freddo pungente. Marzo magari continuerà a punzecchiarci con le sue giornate imprevedibili, ma la stagione dei profumi e dei fiori, attimo dopo attimo, sarà ormai una realtà inconfutabile. Qualcuno si lamenta che le stagioni non siano più quelle di una volta, dimenticando di aggiungere che ogni trasformazione climatica e ambientale abbia da tempo le radici nel pessimo rapporto che l’uomo mantiene con la natura. È di sicuro più comodo pensare che ci sia una mano invisibile che si diverta a rovinare l’equilibrio che regge il mondo. Stessa cosa vale per il comportamento sociale quando degenera nella corruzione, criminalità, mal governo, ladrocinio, vizio, immoralità pubblica e privata, ricerca di una religione “fai da te”. C’è sempre qualcuno da additare![MORE]

C’è bisogno perciò di una primavera interiore che scuota il cuore e riscaldi l’anima. Se ci guardiamo attorno spesso notiamo una società truccata, che punta sull’apparenza e disdegna la preghiera. Il teologo Mons. Di Bruno raccomandava in questi giorni ai fedeli di accostarsi con fede ad una sentita orazione, ma non per un “rifugio occasionale”, ma come stile di vita. Pregare non significa fuggire dal contesto in cui si vive, abbassando gli occhi sui problemi che si hanno di fronte, ma cogliere aspetti che lo sguardo “materiale” non riesce a percepire. Il sacerdote raccomandava di affidare alla santa Vergine ogni cosa con illimitata speranza, perché dove può arrivare la grazia di Maria nessun uomo potrà avvicinarsi neanche con il pensiero. Non ci potrà mai essere primavera dentro di noi, senza disporsi con la preghiera verso un reale legame con il cielo.

Siamo in pieno periodo quaresimale. Non è un tempo qualsiasi, né tantomeno un appuntamento da vivere nella sola tradizione. Riti, abitudini, occasioni, consuetudini, se da una parte concorrono a ridisegnare un contesto visivo che richiama nei simboli il momento vissuto, dall’altra non bastono ad entrare intimamente nella profondità trascendentale della stessa ricorrenza religiosa. Il viaggio quaresimale prepara il credente ad una intensa primavera della vita, perché allontana dalle tentazioni, purifica lo spirito, scuote la fede, rinnova l’alleanza con il Signore. Non bisognerebbe perdere queste occasioni che sollecitano la redenzione e preparano per ognuno la salvezza. Tutto ciò che ci ruota attorno ci spinge a fare il contrario, promuovendo solo gli aspetti formali di una qualsiasi celebrazione, magari puntando solo alla possibilità di far bene al mercato.

Niente di strano se l’economia si avvantaggi di un certo periodo festivo per esaltare la materialità dell’occasione, promuovendo certi prodotti di consumo; è altrettanto però fuori luogo e dannoso fermarsi soltanto su questo aspetto, sciupando l’opportunità di rafforzare il proprio spazio spirituale. Il cristiano “a metà” non sarà in alcun modo garanzia per il benessere comune, né potrà mai presenziare circostanze sociali, politiche, professionali in grado di indirizzare una comunità verso tempi di luce e di vera rinascita. Cadono così i valori non negoziabili, mentre i diritti pretesi oggi dell’uomo ledono spesso in profondità gli equilibri poste a fondamenta della natura. Appena qualcuno cerchi di sottolineare il pericolo di questo falso rinnovamento, non mancano a suo carico le accuse di arretratezza completa. Ma è questa la primavera che si vuole donare al mondo?

Egidio Chiarella

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