Chiesa e Società

Domenica del Buon Pastore

Il Vangelo della Domenica
Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.  [MORE]

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Pensiero di riflessione spirituale
Possono vivere le pecore senza il Pastore? E può un pastore vivere senza le pecore? Assolutamente no. Chi porterà le pecore fuori o dentro il recinto? Chi le toserà, chi le curerà? E che senso ha dichiararsi pastore se non si hanno pecore da pascere?
Gesù è il vero Pastore dell’umanità. Lui si è preso cura delle pecore che il Padre gli ha affidato. È il Buon Pastore perché solo Lui ha dato la vita, dona la vita per le pecore. Il Padre non ha dato a Gesù solo le pecore che Lui ha curato durante la sue esistenza terrena. Per tutta la durata della storia, il Padre darà a Gesù molte altre pecore. Anche queste vanno accudite. Come e in che modo? Attraverso i pastori della Chiesa, i sacerdoti.


La Chiesa ha l’obbligo di chiamare tutte queste pecore. Quanti propongono il cristianesimo anonimo, la salvezza senza battesimo devono stare attenti.
Oggi l’invito è duplice: pregare per i nostri pastori, i nostri sacerdoti, perché siano sempre pastori secondo il cuore di Dio e pregare per le vocazioni perché il Signore ci mandi sempre nuovi sacerdoti, nuovi pastori che si prendano cura delle anime e conducano le pecore nel recinto della Chiesa, nel recinto del Cielo. Ma anche è giusto pregare e chiedere al Signore di essere sempre pecorelle secondo il cuore di Dio, un cuore docile, mansueto, obbediente alla voce del suo pastore e non farsi voce o suono del proprio personale cammino.


Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it