Politica

Ecco la "Tensione crescente: l'attacco israeliano all'Iran e le implicazioni regionali"

La regione del Medio Oriente è di nuovo al centro dell'attenzione globale, con la recente escalation delle ostilità tra Israele e Iran, che rischia di avere ripercussioni di portata mondiale. L'ultimo sviluppo è stato l'attacco israeliano con droni alla base aerea iraniana di Esfahan, in risposta alla ritorsione iraniana per il bombardamento all’ambasciata di Damasco. Ma  l’Iran ha solo voluto eseguire un mero attacco dimostrativo, senza causare gravi conseguenze a cose o persone come analizzato e dimostrato da molteplici esperti in materia.  Il pericolo più grave non è tanto rappresentato dagli scontri convenzionali, quanto piuttosto dal nucleare. La zona bersagliata dagli attacchi israeliani comprende diversi siti chiave del programma nucleare iraniano, tra cui il complesso di Natanz, precedentemente oggetto di attacchi di sabotaggio. È lecito chiedersi se l'ultimo raid israeliano sia stato un tentativo di completare il lavoro incompiuto. Per fortuna, i siti nucleari sembrano non aver subito danni diretti, ma l'incertezza permane. Tuttavia, il vero allarme non deriva tanto dai danni materiali quanto dalla crescente instabilità nella regione. La continua escalation delle tensioni e la presenza di numerosi focolai di guerra possono essere interpretati come indicatori di un potenziale spillover che potrebbe innescare una nuova Guerra Mondiale. Dalla crisi tra Ucraina e Russia al conflitto tra Israele, Libano e Iran, fino alle tensioni tra Cina e Giappone, il mondo è teatro di scontri e conflitti più o meno noti, ma tutti con il potenziale di esplodere in un conflitto su scala globale. In questo clima di crescente tensione internazionale, la comunità globale è divisa su come rispondere. Mentre il premier israeliano sembra agire con crescente autonomia, sfidando gli interessi e il controllo dei suoi alleati, e giustificando la sua la sua azione come necessaria per la sicurezza nazionale, l'Iran ha condannato fermamente l'attacco come un atto di aggressione e ha minacciato nuove ritorsioni. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per il rischio di una escalation del conflitto in particolare gli Stati Uniti si sono distanziati dalla reazione israeliana. Al G7, le potenze occidentali hanno condannato apertamente le azioni di Israele, cercando di smorzare i toni e di promuovere una soluzione diplomatica al conflitto nel rispetto del diritto internazionale. Ma cosa teme davvero l’occidente? Perché condannare e distanziarsi dalle azioni di Netanyahu?  Vi è da considerare che l’Iran attualmente fa parte dei nove Stati che formano i Brics ed è alleato della Russia, tutto ciò potrebbe causare una rapida escalation sia nella guerra in Medio Oriente sia in quella di cui sembra esserci dimenticati che si svolge in Ucraina, andando ad infiammare ulteriormente il mondo e ad implementare esponenzialmente la grave crisi energetica, alimentare e soprattutto l’aumento dei costi di generi di prima necessità. Non sarebbe meglio accontentarsi dei progressi conseguiti e accettare la soluzione condivisa dalla comunità internazionale e anche dagli Usa? Cioè due Stati uno ebraico e uno arabo con la loro autonomia politica, economica e internazionale. Come si può restare inerti e insensibili innanzi alla morte e alla sofferenza che affliggono degli esseri umani che nulla hanno a che fare con l’organizzazione di Hamas? Forse uno dei frequenti errori dell’Occidente e della Nato, è quello di: “fare come l’apprendista stregone, che evoca gli spiriti senza essere in grado di poterli dominare”. Vedasi (Zelenski- Netanyahu) che agiscono in modo autonomo come schegge impazzite. In un mondo interconnesso e interdipendente, la pace e la stabilità in Medio Oriente sono cruciali per la sicurezza globale. L'escalation delle tensioni nucleari e il rischio di un conflitto su scala mondiale richiedono un impegno congiunto e una diplomazia multilaterale rafforzata. Solo attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale sarà possibile evitare il peggio e costruire un futuro di pace e prosperità per tutti.

Marco Rispoli (Davoli)