Economia

L'Ecofin approva la black list dei paradisi fiscali: ecco i 17 Paesi

BRUXELLES, 5 DICEMBRE – Dopo circa due anni di discussione e dopo la prima bozza presentata dalla Commissione Europea nel 2015, l’Ecofin ha oggi approvato la sua prima lista nera dei paradisi fiscali, mettendo nel mirino 17 Paesi, terzi rispetto all’Unione Europea, i cui impegni restano insoddisfacenti malgrado 10 mesi di tentativi di dialogo. [MORE]

La selezione è alfine avvenuta sulla base di tre criteri: trasparenza fiscale, tassazione equilibrata e applicazione delle norme Ocse sul trasferimento dei profitti da un Paese all'altro. Le discussioni sono state molto sofferte, sia perché è stato complicato trovare un compromesso che non urtasse gli interessi nazionali di ciascun Governo, sia perché non si è riusciti a trovare una posizione comune sulla tassazione delle imprese digitali. I Ventotto sono inoltre ancora divisi sull’opportunità di adottare anche sanzioni interne contro le società europee che hanno rapporti con le giurisdizioni che sono state inserite nella black list. A tal proposito, per il momento il Commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha esortato gli Stati UE ad introdurre sanzioni quantomeno a livello nazionale contro le imprese che hanno interessi nei paradisi fiscali individuati dal Consiglio.

Al netto delle trattative diplomatiche, che hanno consentito di scremare una lista iniziale di 92 paradisi fiscali, i Paesi coinvolti per non aver fatto abbastanza per reprimere i programmi di elusione offshore sono i seguenti: Bahrein, Barbados, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Grenada, Guam, Isole Marshall, Macao, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Saint Lucia, Samoa, Samoa Americane, Trinidad e Tobago e Tunisia. L’Ecofin ha inoltre redatto anche una lista grigia, comprendente altri 47 Paesi, i quali si sarebbero invece impegnati a cambiare le proprie leggi economiche promettendo la previsione di misure di trasparenza: tra questi ultimi, figurerebbero ad esempio Bahamas, i Bailati di Guernsey e Jersey, le Isole Cayman e la Svizzera. Il Vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha comunque segnalato che le liste potrebbero essere modificate nel tempo, dal momento che verrà compiuto un lavoro costante di monitoraggio sugli impegni presi da questi Paesi.

In ogni caso, la redazione di queste liste non avrebbe alcuna conseguenza pratica nell’immediato. L’obiettivo del Consiglio UE è comunque quello di procurare almeno un danno di reputazione nei confronti dei Paesi coinvolti, che potrebbero essere, così, spinti a diventare più trasparenti e collaborativi con le autorità fiscali europee. L’Ecofin non ha infatti alcun potere diretto nei confronti di Stati che non appartengono all’Unione, essendo semplicemente una delle formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell'Unione Europea, coinvolgendo i Ministri dell’economia e delle finanze dei Paesi membri. Tale organo ha piuttosto competenze in materia di coordinamento delle politiche economiche e si occupa delle relazioni con i Paesi terzi.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: huffingtonpost.it