Elezioni - Berlusconi: "Se nessuno vince, resti Gentiloni e si torni alle urne"

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ROMA, 9 FEBBRAIO – Ospite della trasmissione radiofonica “Circo Massimo”, in onda sulle frequenze di Radio Capital, Silvio Berlusconi ha ipotizzato uno scenario di possibile continuità rispetto all’attuale legislatura, che potrebbe configurarsi nel caso in cui nessuno risultasse vincitore al termine delle consultazioni elettorali del prossimo 4 marzo. [MORE]

Il leader di Forza Italia si è in realtà detto ancora una volta fermamente convinto di poter vincere le elezioni e tornare al Governo, tuttavia ha prospettato anche la possibilità, concreta, che nessuno riesca a formare una maggioranza solida ed effettiva. “In quel caso sarebbe il Capo dello Stato a decidere cosa fare – ha giustamente ricordato il Cav. – ma nel caso si potrebbe anche tornare al voto e nel frattempo proseguire con l’attuale formazione governativa, magari facendo una legge elettorale migliore”. Nelle intenzioni della coalizione di destra, si tratterebbe ovviamente di una soluzione di ripiego rispetto alla ferma volontà di raggiungere una maggioranza azzurra: “Sono certo che il primo partito sarà FI, che potrà così proporre il nome del nuovo Premier”, ha ribadito Berlusconi, che ha poi a tal proposito provato nuovamente a chiamare in causa Tajani (attuale Presidente del Parlamento Europeo), da lui considerato per quel ruolo “un’ottima soluzione, essendo uno dei fondatori di Forza Italia ed avendo un grande prestigio internazionale”.

A proposito delle alleanze, invece, l’ex-Premier si è smarcato dall’ipotesi di tendere una mano al PD dopo le elezioni, negando di aver mai definito Renzi come “suo erede”. Egli ha inoltre replicato alle dichiarazioni del Segretario dem, il quale aveva ieri affermato che un ritorno di FI al Governo sarebbe “una vera minaccia per l’economia del Paese”, così commentando: “Si tratta di una stupidaggine colossale; non siamo d’accordo con Renzi, il cui unico merito è, per me, quello di aver eliminato i comunisti dal centro-sinistra e per questo motivo gli consiglierei un cambiamento, da ‘democratico’ a ‘socialdemocratico’, nel nome del suo partito”. Escluso poi categoricamente anche un eventuale appoggio al M5S: “I Grillini di oggi sono un pericolo anche maggiore dei comunisti nel ’94. Non hanno alcuna esperienza, né competenza. La maggior parte di loro non sa cosa significa lavorare, tantomeno governare un Paese, non avendo mai amministrato neppure un condominio. Se uno come Di Maio andasse al Governo sarebbe una catastrofe, finiremmo nell’isolamento internazionale e la nostra economia finirebbe devastata dalle tasse”. Berlusconi ha anzi annunciato di aver addirittura denunciato il candidato-Premier pentastellato, che lo aveva definito ‘un traditore della Patria’: “Saranno i miei legali a rispondere alle sue affermazioni, ho già dato loro l’incarico di preparare una denuncia”, presumibilmente per presunta diffamazione.

Proseguendo poi la discussione con i conduttori Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini, il leader azzurro ha parlato anche delle scaramucce con Salvini sul programma elettorale della coalizione. Egli si è detto infatti assolutamente contrario al ritorno della leva militare obbligatoria, negli scorsi giorni suggerita dal Segretario del Carroccio, che è stato contraddetto dal Cav. anche sull’ipotesi di ‘chiudere le moschee’. “La Costituzione italiana prevede la libertà di tutte le confessioni religiose, purché non contrastino con il nostro ordinamento – ha giustamente ricordato Berlusconi, sottintendendo un riferimento all’art. 8 della Carta – anzi, credo che uno Stato liberale non debba entrare nelle convinzioni religiose. Salvini ogni tanto è pirotecnico, non possiamo chiudere le moschee”, ha pertanto chiosato.

Commentando, infine, gli ultimi avvenimenti di cronaca, con i riferimenti ai rigurgiti razzisti e fascisti nel nostro Paese, Berlusconi ha affermato che “se gli Italiani non si sentono sicuri e sono esasperati è colpa dell’atteggiamento degli ultimi Governi, in particolare ritengo il Ministro Orlando uno dei principali responsabili. Io non credo che possa essere imputato a me ed alle mie dichiarazioni qualcosa che possa andare nella direzione di far aumentare il razzismo nella nostra società – ha infine aggiunto – infatti io non ho mai detto di cacciare, ma di rimpatriare”. Secondo il ragionamento del leader azzurro, in sostanza, il razzismo in Italia non sarebbe un problema attuale, ma potrebbe riemergere solo se non si contrastasse l’immigrazione clandestina.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: lapresse.it

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Scritto da Francesco Gagliardi

Giornalista di InfoOggi

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