Economia

Evasione Iva, per la Corte Conti: nel 2011 persi 46 mld

ROMA, 07 AGOSTO 2013 – Per la Corte dei Conti - tenuto conto del carico fiscale e contributivo sostenuto dalle imprese nelle diverse Regioni italiane – nel 2011 la sottrazione di base imponibile Iva si aggirerebbe a circa 250 miliardi, con una conseguente perdita annua di gettito pari a circa 46 miliardi (corrispondente al 28% del gettito potenziale).

Come sottolinea la Corte dei Conti: «Analogamente la sottrazione di base imponibile Irap ammonterebbe, nella media del triennio 2008-2010, a circa 227 miliardi l'anno, con conseguente perdita annua di gettito regionale (prendendo a riferimento l'aliquota di base del 3,9%) dell'ordine di circa 9 miliardi (pari al 20% circa del gettito potenziale d'imposta)».

Nello specifico, per la magistratura contabile, la propensione all'evasione fiscale è una pratica diffusa soprattutto nel Mezzogiorno, dove si registrano livelli di incidenza superiori al 40% per l' Iva ed al 30% per l' Irap. Invece, nel Nord del Paese si registrano valori quasi pari alla metà di quelli rilevati al Sud. Tuttavia - andando più in profondità – si evince che gli scostamenti si invertono se si osserva il fenomeno in valori assoluti, questo in relazione al maggior volume d'affari realizzato al Nord. In questo modo, la quota di reddito imponibile 'evasa' al Sud e nelle Isole risulta relativamente più contenuta. [MORE]

Per la Corte dei Conti, «Le Regioni sono state escluse dal processo di governance ai fini della lotta all'evasione fiscale, in quanto non più chiamate a concordare con il ministro dell'Economia e delle Finanze l'atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale».

REGIONI, PEGGIORA STATO SALUTE “CONTO”- Nella Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni negli esercizi 2011-2012, secondo i magistrati contabili: «A fronte di una spesa regionale corrispondente a circa il 22% della spesa delle Amministrazioni pubbliche, le Regioni sono state chiamate a concorrere al contenimento della spesa pubblica, nel quinquennio 2010-2014, per il 34% del complesso delle manovre correttive adottate per l'intero settore pubblico». In particolare, i saldi del conto consolidato di cassa evidenziano un netto peggioramento.

Ciò è da imputare alla riduzione dei trasferimenti statali di 21,89 miliardi di euro nel quadriennio 2009-2012 (-20,2%), risulta parzialmente bilanciato dall'incremento degli incassi tributari, che registrano ritmi superiori al 10% annuo. Inoltre, per poter far fronte alle esigenze di casse, le Regioni hanno fatto largo ricorso alle anticipazioni di tesoreria, mentre rimane sostanzialmente stabile la consistenza complessiva del debito.
Puntualizza la Corte dei Conti: «Sul piano finanziario, emerge come il contestuale ricorso ad aggravi di imposte a livello sia centrale che locale contrasti con il principio ispiratore del federalismo fiscale, che richiede l'invarianza della pressione fiscale complessiva sul cittadino».

(Fonte: Ansa)

Rosy Merola