Un dilemma che ormai da anni risiede nella mente di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie. Da tempo sindacati e politica invitano a banchetti lussuriosi ma di certo, sino ad ora, si son viste solo tavole spoglie. Ricorderemo le vicissitudini, gli scioperi, le promesse, le conferenze stampa in cui si dichiarava la partita vinta. Il ricordo indelebile dell’incontro romano alla presenza dell’allora viceministro Todde, oggi presidente della giunta della regione Sardegna, ancora aleggia tra le mura vuote dei capannoni industriali in quel di Pozzilli. Un tavolo che vide sancire l’ingresso in gioco della Seri della famiglia Civitillo. Un’alzata di bandierine pentastellate inneggiarono alla soddisfazione. Era il 28 gennaio 2020 e da allora di bandierine sventolate e poi nascoste in cassetti blindati, ce ne son state davvero tante. Il PD, con l’allora sottosegretaria Alessia Morani, oggi candidata nelle sue Marche conferma risoluzioni per la sua regione in tempi strettissimi, come lo fece per la risoluzione definitiva dell’allora crisi Unilever. Lo stesso Ministero alimentò la conferma di un progetto e l’intenzione di mettere in campo tutte le possibili agevolazioni a disposizione come ecosostenibilità e Transizione 4.0. A marzo 2021 fu convocato un nuovo tavolo per cercare di capire come risolvere quanto dichiarato già risolto l’anno prima, come a dire che in politica quello che si dice oggi è vecchio già ieri. Finalmente i sindacati si fecero sentire con un comunicato stampa congiunto che firmava la bontà dell’investimento scaturito dalla stretta di mani tra Unilever e Seri, di cui si discute ancora oggi senza nessuna luce all’orizzonte. Paolo Praticò, responsabile Aree Grandi Investimenti e Sviluppo Imprese presso Invitalia, tornato alla Regione in forza alla Regione Calabria, indicava, chiaramente imbonito dai promotori dell’impresa industriale, una tempistica relativamente lunga pari a 18/24 mesi. Siamo al 2023 e nessuna nuova se non una presa di posizione di alcuni sindacati che inneggiarono alla calma e sottolinearono come senza di essa, tutto avrebbe avuto esiti di certo non sperati. Una sorta di “volemose bene per il bene di tutti noi”. Una mossa che conquistò il tempo, ma lasciò per strada molto danaro che, immancabilmente, si arenò e ancora non lo si trova, nelle secche di una località lontana e praticamente sconosciuta. La famiglia Civitillo da allora e sino a oggi, è stata chiamata a fare il proprio dovere di imprenditore e di rispettare i patti ma, purtroppo, l’evidenza non ancora storpia e di certo rende giustizia a chi sino a ora ha chiesto allerta e moderazione nell’enfatizzare le parole degli interlocutori, che purtroppo, son volate al vento. Altri tavoli da allora, si son succeduti, l’Unilever si è praticamente tirata fuori garantendo il solo acquisto di plastica lavorata, e non di certo investimenti propri in danaro, visto che è cessionaria e chi vende per logica non garantisce chi acquista, come avrebbe voluto Invitalia. Tutto è rimasto invariato, salvo altro tempo trascorso sperando che nella vecchiaia, unica via che possa riportare serenità alle tasche di tanti cassaintegrati, grazie alle imminenti posizioni pensionistiche. Qualcuno ha sostenuto che la stampa rema contro, che la verità è nelle parole dei sindacati poiché rassicurati dal probabile investitore e dalla politica ma, ad oggi, non si vede uno straccio di documento che dichiara la fine della telenovela ormai alla duemilionesima puntata. Tutto in barba alla trasparenza e alla martoriata condizione di un Molise alla canna del gas. Nel 2024 il saldo negativo è arrivato al quarto anno consecutivo. Meno iscrizioni, più chiusure e settori in grave affanno. Il tessuto imprenditoriale continua a ridursi inesorabilmente. Persino l’agricoltura perde oltre 170 imprese. Di pari passo la ristorazione e l’accoglienza. Aumentano solo gli assistenti sociali, a riprova di una regione vecchia e mal bilanciata nei settori fondamentali per una nuova linfa vitale. Ittierre, Solagrital-Gam, Stellantis, Unilever, e tante altre importanti aziende, hanno ridimenzionato la regione sino allo sfinimento della partecipazione attiva con il conseguente depauperamento sociale, che, ahinoi, condiziona la vita dell’intero comparto lavorativo, non escluso il settore sanitario. Ma per tornare all’ex Unilever, dopo le voci pre estive di una risoluzione imminente dell’affaire Pozzilli, poi smentite dai fatti, pare che ci sia una nuova dose di speranza in arrivo. Da ambienti sindacali altolocati arriva la notizia che il 29 agosto 2025 il Consiglio di amministrazione di Invitalia è chiamato al verdetto finale. La stampa, come l’intero Molise, saranno lì in trepidante attesa, con la speranza che tutto verta in un esito felicemente e straordinariamente, visto i tempi, positivo! Saremo i primi a brindare con governo, la nuova proprietà, la politica regionale, i sindacati e soprattutto con i lavoratori.