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Flash-mob a Messina, il commento di Simona D'Angelo, segretaria del Cedav

MESSINA, 14 FEBBRAIO 2013 - Si è svolta nel pomeriggio, anche nella città siciliana, l’evento globale One Billion Rising, che ha visto il coinvolgimento di circa un miliardo di persone nel mondo unite da un unico obiettivo, dire no alla violenza sulle donne. [MORE]

A Messina la manifestazione ha avuto luogo nella splendida cornice di P.zza del Popolo, nel cuore dell’antica città, dove ogni giorno un via vai di gente corre tra mercati d’artigianato e di prodotti tipici. Nessuno, a meno che non sapesse già dell’evento, avrebbe potuto immaginare cosa poi è successo di lì a poco. Nonostante il forte acquazzone, alle 16.30 in punto, la folla, prima anonima, che chiacchierava con disinvoltura, alle prime note del dj, posto al margine della piazza, si è concentrata in un unico blocco unito e solidale, ballando con coordinazione sulle note dell’inno “Break the chain”. Un colpo d’occhio! Un momento di grande intensità che ha lasciato attoniti i tanti anziani seduti sulle panchine che hanno subito colto l’occasione per “muoversi un po’”, gettandosi nella mischia.

Infooggi.it ha raccolto le dichiarazioni a caldo della felice segretaria del Cedav Messina (CEntro Donne Anti Violenza) Simona D’Angelo, che non solo ha desiderato fortemente che questo evento avesse luogo anche nella nostra città, ma ha voluto lei stessa prenderne parte.

Dottoressa D’Angelo, qual è il suo primo commento ad un minuto dalla fine dell’evento, il riscontro di pubblico è stato quello da lei auspicato?

“Assolutamente si! Anzi, nonostante le pessime condizioni meteorologiche, ha partecipato un buon numero di persone, e vedere il coinvolgimento dell’intera piazza è stato davvero emozionante”.

Questo flash-mob è stato organizzato allo scopo di dire: “No alla violenza sulle donne”. Che cosa rappresenta in particolare per voi del Cedav , che quotidianamente operate per combattere le atrocità che subiscono le donne che si rivolgono al vostro sportello?

“Rappresenta un altro modo per far sapere alla città che la violenza sulle donne esiste ancora, e che, nonostante se ne parli tanto, si faccia veramente poco per contrastarla a dovere. Questo evento esprime a pieno il nostro lavoro quotidiano e quello di altri centri che vi hanno aderito, come il D.iRe (Donne InREte – contro la violenza), che raccoglie 60 associazioni di donne che affrontano il tema della violenza nell’ottica della differenza di genere. Questa associazione dà molta visibilità ai Centri Antiviolenza e alle Case delle Donne presenti sul territorio nazionale, e, dunque, anche a noi”.

Lei trova che Messina sia una città sensibile a queste tematiche?

“Devo dire di sì con piacere. Ultimamente ho riscontrato molta solidarietà da parte della cittadinanza, e, nonostante al momento viviamo una situazione di estrema difficoltà per la mancanza di finanziamenti, a cui purtroppo le istituzioni cittadine non vengono incontro, i messinesi rispondono sempre bene ad eventi di questo tipo”.

Come si è accostata lei a questo genere di servizio di volontariato?

“Io ho iniziato 13 anni fa, prendendo parte ad un corso di “Operatrice all’Ascolto” e lì sono rimasta. Una volta che ti trovi di fronte tutte queste situazioni di estremo dolore, difficilmente riesci a smettere, perché vorresti fare sempre di più…e devo dire che lavorare in favore delle donne dà tantissima soddisfazione. Io, poi, essendo operatrice all’ascolto appunto, mi occupo proprio del primissimo contatto con la donna che si rivolge al nostro sportello, per cui ci vuole una forte motivazione di base”.

Da quanto esiste il Cedav Messina e concretamente in che modo opera?

“Nasce nell’89 ed è l’unico servizio di assistenza alle donne che la città offre. Il Cedav si occupa di accogliere ed accompagnare le donne nel loro percorso di uscita dalle situazioni di violenza che subiscono. Lo facciamo non soltanto offrendo un sostegno morale e psicologico, ma organizziamo anche dei veri e proprio percorsi di formazione anti-violenza, offriamo assistenza legale, ci occupiamo di affido familiare, il tutto per affrontare a 360°gradi il problema”.

Rashida Manjoo, relatore speciale dell'ONU per la violenza contro le donne, ha detto che i crimini commessi contro le donne sono “Crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita”, che cosa potrebbero fare le istituzioni pubbliche per venire incontro a chi, come voi, spende la propria vita in favore delle donne?

“Potrebbero sostenere molto di più i centri anti-violenza, che sono ben strutturati per farlo, si avvalgono di persone competenti e lavorano bene in tal senso. Oltretutto i nostri centri anti-violenza operano tutti, non solo con un unico obiettivo, ma anche secondo un progetto e delle direttive comuni impartite dalla Comunità Europea. Questa è una grande garanzia”.

Al momento ci sono altri eventi in programma?

“Si. Il prossimo mese verrà attuato un programma di sensibilizzazione che prevede l’organizzazione di incontri volti alla presentazione del progetto e del cortometraggio “Giulia ha picchiato Filippo”, docu-fiction contro la violenza sulle donne della Archibugi, trasmessa anche da Rai1 il 25 Novembre scorso. Il progetto si rivolge a diverse fasce d’utenza, ed è arricchito da interventi di esperti di settore specifici a seconda del bacino cui ci si rivolge. Il primo incontro è previsto per sabato 2 marzo presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina. L’incontro è aperto agli operatori socio-sanitari, le forze dell’ordine e i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado”.

Per qualsiasi altra informazione sul Cedav Messina digitare www.cedavmessina.it

Katia Portovenero