Forte scossa di terremoto in Molise: magnitudo 4.2
Cronaca Molise

Forte scossa di terremoto in Molise: magnitudo 4.2

mercoledì 25 aprile, 2018

ACQUAVIVA COLLECROCE (CAMPOBASSO), 25 APRILE - Una forte scossa di terremoto è stata avvertita nella tarda mattinata di oggi in Molise. Secondo quanto riporta il sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il terremoto è stato registrato alle 11.48 con epicentro Acquaviva Collecroce (Campobasso) ad una profondità di 31 chilometri.

La scossa è stata chiaramente avvertita anche in Abruzzo e in altre regioni dell’Italia meridionale. Tanta paura tra i residenti di tutte le province del Molise, ma fortunatamente non si sono registrati crolli, danni a edifici e nessuna persona è rimasta ferita.[MORE]

“Si tratta di un evento nuovo rispetto alla sequenza iniziata il 24 agosto 2016 nell'Italia centrale”, ha riferito all’Ansa il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni. Sembrerebbe che la faglia stia seguendo “un comportamento diverso rispetto ai terremoti della sequenza di Amatrice perché è molto più profonda e segue un movimento orizzontale”.

Sul posto, in totale sinergia, sono presenti le forze di polizia, i Vigili del fuoco e la Protezione Civile per le dovute verifiche. Nel mentre, alle 12.05 e alle 12.21 sono state registrate due nuove scosse, rispettivamente di magnitudo 2.4 e 1.7, entrambe con epicentro a Montecilfone. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è in contatto con la Protezione Civile e segue personalmente gli sviluppi della situazione.

 

Terremoto Molise, i geologi: nessuna correlazione con eventi sismici Italia centrale

“La scossa di terremoto di magnitudo 4.2 con epicentro a un chilometro da Acquaviva di Collecroce, in provincia di Campobasso, non ha alcuna correlazione con gli eventi sismici avvenuti nell’Italia Centrale”. Ad affermarlo è Domenico Angelone del Consiglio Nazionale dei Geologi: “Il sisma è stato avvertito in un’area che, in passato, non ha registrato rilasci di elevata energia come per le zone più interne del Molise e dell’Appennino, tant’è che la normativa più datata poneva tali aree ad un potenziale di sismicità relativamente basso”.
“Tra le opere maggiormente sensibili allo scuotimento - prosegue Angelone – c’è la diga del Liscione sul Fiume Biferno, il cui bacino idrico ospita il lungo viadotto e i cui piloni sono per gran parte sommersi. Un’arteria stradale di notevole importanza, meritevole di particolare attenzione sia per le sue condizioni statiche sia per gli effetti indotti dal sisma, sebbene realizzata in maniera conforme alle normative dell’epoca, rivelatesi negli ultimi decenni inadeguate alle reali condizioni del territorio. Inoltre – conclude Angelone – si ripropone ancora una volta il problema del dissesto idrogeologico poiché sono presenti, nell’area epicentrale, numerosi versanti sofferenti di fenomeni di dissesto quiescenti, facilmente riattivabili in caso di sisma”. La sequenza era già iniziata stanotte con scosse di magnitudo inferiore a 3, e l'area, le strutture e le infrastrutture strategiche vanno correttamente attenzionate, come è doveroso in questi casi.

Luigi Cacciatori


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