Amatrice, funerali di Stato: forza e speranza nelle parole del vescovo

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AMATRICE, 30 AGOSTO - Il vescovo di Rieti Domenico Pompili ha introdotto la celebrazione delle esequie solenni delle vittime di Amatrice e di Accumoli elencando i nomi, tanti, di chi non ce l’ha fatta, travolto in piena notte dall’imprevedibilità della natura.[MORE]

I funerali di Stato sono iniziati alle 18, sotto una pioggia battente, i feretri sono arrivati da Rieti tre ore prima che iniziasse il rito, alle 15; sono stati posizionati dietro l'Istituto Don Minozzi. Delle 242 vittime finora accertate tra Amatrice e Accumoli, le bare oggi erano ventotto.

"I terremoti esistono da quando esiste la terra. I paesaggi, le montagne, l'acqua dolce, tutto è dovuto ai terremoti. Neanche l'uomo esisterebbe senza i terremoti, il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo", dice il vescovo Pompili. "Dio non può essere utilizzato come il capro espiatorio, - continua - ma anzi l’invito è a guardare in quell'unica direzione come possibile salvezza. In realtà, la domanda 'Dov'è Dio?' non va posta dopo ma prima, e comunque sempre per interpretare la vita e la morte".

Un’omelia che travalica le polemiche ma ne sottolinea alcune verità di fondo, che cerca di infondere forza e speranza per andare avanti. A chiudere la cerimonia il sindaco di Amatrice: "Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui".

 

Luna Isabella

(foto da emmelle.it)

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Scritto da Luna Isabella

Giornalista di InfoOggi

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