ROMA, 28 OTTOBRE 2011- Giuseppe Recchi, Presidente di Eni, oggi a Torino per i 30 anni della Banca Intermobiliare, spiega cosa stia succedendo all’Italia e perché mai la situazione Libica attuale, dopo la morte di Gheddafi, può far ben sperare. In aggiunta, ci spiega anche perché non si può credere che, a suo tempo (neanche fino ad un mese fa), la Francia faceva guerra al Colonnello per favorire la TOTAL [MORE] (compagnìa energetica di bandiera francese, appunto). Andiamo con ordine.
L’Italia è messa male per quanto riguarda l’autonomìa in tema di gas naturali. Ne prende dalla Russia e ne prende dalla Libia. Dalla Libia per il 12%. Importante percentuale per le condizioni in cui versa l’Italia. Quando nel 2008, dopo la rivoluzione arancione, Russia e Ucraina si battibeccavano, L’Europa tremava perché avrebbe potuto vedersi negare il trasferimento di gas.
Oggi succede qualcosa di simile, per cui la Libia per “Noi” rimane fondamentale. La ripresa della Libia quindi significa approviggionamento sicuro e per l’inverno si può stare tranquilli. Sulla faccenda di Sarkozy invece, lungi dal pensare che l’attribuzione di concessioni petrolifere abbia facili regole. Non è facendo guerra a Gheddafi che la Francia avrebbe potuto sperare di far lievitare gli interessi della TOTAL. Esistono, dice RECCHI, “contratti internazionali, validi anche in situazioni di cambio di regime, con clausole arbitrali forti e particolarmente efficaci in casi come quello della Libia che ha ingenti somme congelate in banche internazionali". Le risorse energetiche sono così lontane dal nostro quotidiano che non pensiamo alle dinamiche sottese. Eppure senza energia non potremmo vivere.
Anna Ingravallo
In foto, Recchi, da fonte imago by www.gazzettadelmezzogiorno.it