Gattuso: “Non siamo qui in vacanza”. La conferenza pre Italia-Moldavia e Italia-Norvegia per le qualificazioni Mondiali
Sottotitolo: il CT Gennaro Gattuso detta la linea per le sfide contro Moldavia e Norvegia: massimo impegno, moduli flessibili, attenzione ai giovani e al rapporto con i club, senza alibi di calendario.
Non è una tournée: la richiesta di massimo impegno
Alla vigilia delle sfide contro Moldavia e Norvegia valide per le qualificazioni ai Mondiali, il CT Gennaro Gattuso è stato chiaro: la Nazionale non è in ritiro per staccare la spina.
Il messaggio d’apertura in conferenza è diretto:
- niente “scampagnate” da 7-8 giorni;
- continuità rispetto al lavoro iniziato a settembre;
- stessa intensità sia nelle amichevoli che nelle gare ufficiali.
Gattuso pretende massimo impegno da tutti i convocati: nelle due partite ci sarà spazio per chi finora ha giocato meno, ma la maglia della Nazionale italiana va onorata allo stesso modo da titolari e seconde linee.
Convocazioni, esclusioni e porte sempre aperte
Il CT ha spiegato la logica dietro le convocazioni:
- le scelte sono fatte con criteri tecnici e di continuità con il gruppo già avviato;
- giocatori come Zaniolo, Berardi o altri profili di talento restano osservati speciali;
- le porte della Nazionale non sono chiuse per nessuno: lo staff segue tantissime partite ogni settimana.
Interessante il passaggio su Chiesa: l’assenza non è dettata da motivazioni tecniche ma da una scelta condivisa, legata alla gestione fisica e personale del giocatore. Gattuso insiste sul rispetto delle esigenze dei calciatori, senza trasformare ogni esclusione in un caso.
Calendari pieni e rapporto con i club
Uno dei nodi centrali della conferenza riguarda il calendario intasato:
- tra Serie A, coppe europee e competizioni internazionali non c’è spazio per lunghi raduni;
- si valuta solo un breve incontro a febbraio, uno-due giorni al massimo;
- spesso il lavoro con il gruppo è limitato a pochissime sedute piene.
Per ovviare, Gattuso e il suo staff immaginano una Nazionale “itinerante”: cene e incontri con i giocatori nelle varie zone (Roma-Napoli, Lombardia, Inghilterra) per mantenere vivo il rapporto umano e spiegare il progetto.
La collaborazione con club e Lega Serie A viene definita buona, ma i margini di manovra restano minimi: i calendari sono semplicemente pieni.
Moduli flessibili e regista in mezzo al campo
Sul piano tattico, il CT ha difeso con forza la scelta di cambiare modulo in base agli avversari:
- non è una questione di scaramanzia ma di adattamento tattico;
- la capacità di giocare con più sistemi di gioco è vista come un valore aggiunto;
- contro Moldavia e Norvegia ci saranno probabilmente due assetti diversi.
Per quanto riguarda il regista, Gattuso ha sottolineato che in rosa ci sono soluzioni:
- Locatelli viene considerato un vero regista, più che mezzala;
- Ricci può alternarsi tra vertice basso e interno di centrocampo.
L’idea di fondo è avere un centrocampo capace di gestire il possesso senza perdere aggressività in fase di non possesso.
Attaccanti, ritmo del campionato e “problema gol”
Una parte importante della conferenza è stata dedicata alla fase offensiva e al cosiddetto “problema gol” del calcio italiano:
- molti 0-0 e poche reti rispetto ad altri campionati europei;
- ritmo medio più basso, spazi ridotti, grande centralità della tattica;
- allenatori italiani molto preparati che lavorano sui riferimenti uomo su uomo e linee corte.
Secondo Gattuso, non è un problema di qualità del campionato ma di struttura del gioco:
si gioca spesso in spazi stretti, con pochissime situazioni di campo aperto. Questo incide su:
- velocità di palla;
- possibilità per centrocampisti e secondi attaccanti di riempire l’area;
- numero di occasioni create.
Sugli attaccanti, il CT ha ribadito fiducia in tutto il reparto:
- l’assenza di Kean è legata a un problema fisico;
- su Scamacca sottolinea qualità balistiche, struttura e capacità di fare la differenza se lavora con intensità;
- Retegui e gli altri centravanti vengono apprezzati per mobilità, corsa e disponibilità al pressing.
Per Gattuso, il vero discrimine non sono solo i gol ma lo spirito di sacrificio: coprire il campo, pressare, fare la “doppia scalata” sono requisiti fondamentali per stare in questa Nazionale.
Difensori e nuovi principi di gioco
Alla domanda sulla presunta scarsità di difensori puri in Italia, Gattuso ha respinto l’idea che i giocatori non sappiano più difendere:
- è cambiato il modo di allenare: meno lavoro su colpi di testa, murate, tecnica individuale “alla vecchia scuola”;
- si vedono sempre più marcature a uomo a tutto campo, con meno lavoro di reparto su linea e coperture;
- con pochissimo tempo a disposizione in Nazionale è difficile ricostruire automatismi difensivi complessi.
Il problema non è quindi la qualità dei singoli, ma l’evoluzione del calcio moderno, che chiede ai difensori di saper impostare, correre in campo aperto e gestire duelli continui.
Giovani, Under 17 e percorso verso la maggiore
Spazio anche al tema dei giovani e del settore giovanile:
- Gattuso ha elogiato il lavoro svolto dalla Federazione con le selezioni Under, in particolare l’Under 17;
- c’è “tanto materiale” interessante, ma la vera sfida è non perdere i ragazzi tra Under 19 e prime squadre;
- spesso in Italia si “battezza” troppo presto un giovane, etichettandolo come campione o bidone già a 20 anni.
Serve pazienza e la volontà dei club di concedere minuti veri ai giovani italiani, permettendo loro di sbagliare e crescere.
Focus sui singoli: da Gabbia a Calafiori
Nel corso della conferenza il CT ha citato alcuni giocatori:
- Gabbia: definito serio, migliorato molto, sbaglia poco e interpreta allenamenti e partite con grande professionalità;
- Calafiori: giocatore “smart”, capace di occupare più ruoli (terzino, braccetto, centrale, mezzala) grazie alla lettura degli spazi;
- Scamacca e Retegui: coppia potenzialmente complementare, con caratteristiche diverse ma entrambe utili per la doppia punta.
Il messaggio è chiaro: la Nazionale italiana punta su un gruppo flessibile, capace di coprire più posizioni senza perdere identità.
Le insidie di Moldavia e Norvegia
Gattuso ha voluto spostare l’attenzione sulla Moldavia, sottolineando che non esistono più “partite facili”:
- il vero rischio è sottovalutare l’avversario;
- contro la Moldavia ci saranno cambi e rotazioni, ma l’approccio dovrà essere massimo;
- la Norvegia, per qualità fisica e tecnica, “si prepara da sola” dal punto di vista delle motivazioni.
La Norvegia viene descritta come una squadra in salute, veloce e potente, capace di mettere in difficoltà chiunque. Per questo, la gestione delle diffide (ad esempio quelle di Tonali, Frattesi e altri) sarà cruciale.
Calcio italiano, italiani e impianti: il quadro del CT
In chiusura, Gattuso ha offerto una lettura più ampia del movimento:
- il calcio italiano non è in crisi tecnica: le squadre di club arrivano spesso in fondo alle coppe europee;
- è in difficoltà il “calcio degli italiani”, cioè lo spazio che i giocatori nazionali trovano nei club di vertice;
- nelle prime 5-6 squadre di Serie A ci sono spesso uno o due italiani titolari da monitorare, non di più;
- la qualità del campionato è alta, ma servirebbero stadi più moderni e un progetto forte sui calciatori italiani.
La Nazionale e l’impegno sociale: la raccolta fondi contro il cancro
Come ogni anno, la FIGC e gli Azzurri sostengono la ricerca contro il cancro. Anche in conferenza è stato ricordato il numero 45521 per le donazioni via SMS o chiamata, un modo concreto per legare la passione per il calcio a un messaggio di solidarietà.