In giro per il mondo

Gli insospettabili superpoteri del trammino che da Trieste va ad Opicina,

TRIESTE, 16 AGOSTO 2016 -  I superpoteri hanno sempre colpito l'immaginario umano, dagli dèi greci fino ai moderni supereroi. Il potere di trasformarsi da ordinari esseri umani in un Batman o in un Achille piè veloce fa sempre il suo effetto.

Così è un po’ anche per il sonnacchioso tram che parte dalla piazza Oberdan di Trieste, stagliandosi con le sue belle tonalità di blu tra il bianco candido dei palazzi asburgici e confondendosi poi con il blu e lo smeraldo del mare Adriatico circostante.

Tra I cigolii del legno dei sedili, gli stridii delle componenti metalliche e un anacronistico ma intrigante scampanellare, dal centro cittadino il trammino inizia a inerpicarsi tra la verzura delle colline triestine.

Per un sonnacchioso ultracentenario, raggiungere l’altura di Opicina, oltre i 300 metri di altezza, non è impresa da poco, Fermarsi a riprendere fiato è d’uopo, visto che la pendenza va verso il 30%. E allora ecco il trammino sfoderare la carta vincente, ovvero il superpotere da supereroe, l’aiutino che riesce a spingerlo verso l’Olimpo delle alture del Carso. [MORE]

Dopo un rapido e quasi impercettibile saliscendi dove inizia la vera e propria salita, le vetture vengono spinte da un piccolo ma potente carro-scudo che si aggancia ad esse. Quando si tratta di scendere, invece, esse vengono trattenute con lo stesso sistema. Il tutto, collegati ad un impianto tipo funicolare.

Il tram è utilizzato in egual misura da signore con le borse della spesa e turisti con videocamere a tracolla. Il costo del biglietto è lo stesso di un normale tram, il che è annoverabile parimenti quale impresa da super-eroe del laborioso trammino.

Se si scende alla fermata prima del capolinea di Opicina, in corrispondenza di un obelisco ben in vista, si può anche percorrere a piedi il suggestivo”sentiero napoleonico”, ovvero circa 4 chilometri di strada bianca in gran parte pianeggiante, con belle vedute sul mare e su Trieste. Se non si decide di tornare a piedi in città, il   “ tram de Opcina” è ovviamente lì a disposizione, con le sue frequenti “ corse”, così anacronistiche, così intriganti.

 testo e foto di Raffaele Basile