Politica

Governo, Calenda (PD) propone un esecutivo istituzionale per le riforme

ROMA, 3 MAGGIO – Un governo istituzionale, che entro un anno e mezzo riesca a realizzare una nuova legge elettorale e riformi il riparto di competenze tra Stato e Regioni in un’ottica sia di accentramento che di estensione del federalismo: è questa la proposta di Carlo Calenda, attuale ministro per lo Sviluppo Economico.[MORE]

“Proviamo a concentrarci in questa legislatura su un esecutivo ed un Parlamento che chiudano la seconda repubblica ed aprano la terza in modo ordinato” ha dichiarato il ministro, da poco entrato a far parte del Partito Democratico. Più precisamente, Calenda ha auspicato l’approvazione di una legge elettorale a doppio turno, l’introduzione della clausola di supremazia (che attribuisce allo Stato il potere di legiferare in materie non di sua competenza in nome dell’interesse nazionale) e conseguentemente l’ampliamento del “federalismo”. Infine, al termine di circa un biennio di riforme, il ritorno alle urne.

Il titolare del dicastero per lo sviluppo economico ha poi rivolto un appello a Di Maio e Salvini, sottolineando come sia anche “nel loro interesse un sistema funzionante, perché alla prova del governo si soccombe facilmente se non si hanno gli strumenti adeguati”, evidenziando inoltre come sia fondamentale “in un frangente storico così complesso per tutto l’occidente […] un governo forte con ampio sostegno parlamentare, che sappia rapportarsi in una dimensione internazionale”.

E proprio con riferimento al contesto internazionale, Calenda ha affrontato anche l’argomento dazi, tornato di attualità dopo le annunciate politiche “protezionistiche” di Donald Trump. Per il ministro, la risposta della Casa Bianca al dumping cinese è legittima, ma non può coinvolgere l’Unione Europea, che invece si comporta in modo corretto.

Con uno sguardo al proprio partito, invece, Calenda ha dato pieno appoggio al “no” di Matteo Renzi ad un governo con il MoVimento 5 Stelle, suggerendo invece di convocare una segreteria “costituente” che raccolga tutti gli ex segretari del PD, per confrontarsi in una sede ristretta e produrre una posizione unitaria. Da una simile “riunione ristretta” lo stesso ministro si è chiamato fuori, ricordando come sia entrato “da poco” nel Partito.

Una posizione unitaria è dunque l’auspicio di Calenda, in quello che probabilmente è il momento più difficile per il Partito Democratico sin dalla sua nascita, come testimoniano le parole di Piero Fassino, che ha sottolineato come il rischio di una scissione esista e sia concreto, nonostante “nessuno stia lavorando per dividere e nessuno voglia farlo”. Quale futuro bisognerà attendersi per il PD, principale sconfitto dell’ultima tornata elettorale, è quindi ancora incerto. Certa, invece, sembra l’esclusione di un appoggio ad un esecutivo pentastellato.

Paolo Fernandes

Foto: lagazzettadelmezzogiorno.it