Crescono le tensioni internazionali mentre emissari americani tentano una mediazione tra Mosca, Kiev e Washington. Ma la storia degli accordi violati dalla Russia alimenta dubbi e timori su una pace fragile e temporanea.
Putin rompe il silenzio e lancia un messaggio diretto all’Europa
Il clima geopolitico torna a farsi incandescente. In una recente dichiarazione, Vladimir Putin ha pronunciato parole destinate a pesare nel dibattito sulla sicurezza europea:
«Мы не собираемся воевать с Европой… Ma se l’Europa inizierà la guerra, noi siamo pronti fin da ora.»
Un messaggio che suona come avvertimento, ma che arriva in un momento delicato per la diplomazia internazionale, ancora impegnata a cercare uno spiraglio per porre fine alla guerra in Ucraina.
La missione diplomatica americana a Mosca
L’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, è arrivato a Mosca per discutere con Putin possibili soluzioni per un cessate il fuoco. Dopo l’incontro al Cremlino, la delegazione attesa continuerà la missione a Kiev, dove incontrerà il presidente Volodymyr Zelensky.
Kushner ha dichiarato:
«Non ci sono soluzioni semplici. Non si può decidere nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina.»
Intanto, la preoccupazione di Kiev resta altissima. Zelensky teme che Mosca possa sfruttare eventuali spiragli diplomatici per ottenere vantaggi strategici e preparare nuove aggressioni:
«Dobbiamo fermare la guerra in un modo che non permetta alla Russia di tornare con una terza invasione.»
Il problema: fidarsi della Russia è possibile?
Uno degli ostacoli principali ai negoziati è la lunga storia di accordi internazionali violati dalla Russia, una tendenza che molti governi europei ricordano bene.
Il presidente polacco Karol Nawrocki, durante il 195° anniversario della Rivolta di Novembre, ha espresso con parole dure il pensiero condiviso da molti Paesi dell’Est:
«Con la Russia non ci sono accordi: ci sono bugie, minacce e distruzione.»
Capitolo 1 – L’Impero Russo e gli accordi traditi
Fin dal XVIII secolo, la Russia imperiale ha più volte ignorato trattati firmati:
- Trattato di Küçük Kaynarca (1774): garantiva l’indipendenza della Crimea.
- → Nel giro di dieci anni, la Russia annesse l’intera penisola.
- Trattato di Tilsit (1807) con la Francia: previsto embargo contro la Gran Bretagna.
- → Solo tre anni dopo, Mosca riprese a commerciare con Londra, favorendo la caduta di Napoleone.
- Protocolli russo-giapponesi (1896-1898): promessa di non interferire in Corea.
- → Violati con l’espansione russa nel 1903-1904.
Capitolo 2 – L’Unione Sovietica e la continuità della strategia
Durante l’epoca sovietica la situazione non cambiò:
- Trattato di Riga (1921) con la Polonia: previsto rispetto dei confini.
- → Violato pochi anni dopo.
- Patti di non aggressione con Polonia e Finlandia:
- → Non rispettati, culminando nell’invasione.
- Dichiarazione di Yalta (1945): previste libere elezioni in Polonia.
- → Mai realizzate fino agli anni ’80.
Capitolo 3 – La Federazione Russa: dalla dissoluzione dell’URSS al conflitto ucraino
Dopo il 1991, la dinamica non si è interrotta:
- Memorandum di Budapest (1994): garanzia di sovranità ucraina in cambio della rinuncia all’arsenale nucleare.
- → Violato con l’annessione della Crimea nel 2014 e il sostegno ai gruppi separatisti nel Donbass.
- Trattato di amicizia Russia-Ucraina (1997): riconoscimento reciproco dei confini.
- → Rescisso da Kiev nel 2018 a causa delle continue violazioni.
Capitolo 4 – Il precedente della Georgia
Nel 2008, dopo il conflitto in Ossezia del Sud e Abkhazia, la Russia accettò un accordo di cessate il fuoco in sei punti mediato dall’Unione Europea.
→ Nessuno di quei punti venne rispettato.
Mosca non solo mantenne le truppe, ma riconobbe i territori separatisti come Stati indipendenti.
Molti analisti vedono in quell’episodio la prova generale dell’invasione dell’Ucraina del 2022.
Conclusione: la pace è possibile o è soltanto illusione?
Con la guerra ancora in corso e le posizioni lontane, resta una domanda centrale:
È possibile costruire una pace duratura con la Russia senza rischiare una nuova escalation?
La risposta, oggi, rimane incerta.
Quel che è certo è che l’Europa e il mondo si trovano davanti a una decisione cruciale: scegliere tra compromesso, deterrenza o un equilibrio ancora fragile tra pace e guerra.