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Hollande, Sarkò e gli altri otto: tra incertezze e sondaggi sale la febbre da vigilia elettorale

PARIGI, 19 APRILE 2012- Dieci candidati, tanti indecisi da convincere, sondaggi dai risultati più altalenanti che mai: attende, la Francia, a tre giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, in uno stato quasi febbrile, fatto di cifre che si rincorrono e che sembrano cambiare di minuto in minuto.

Sarkozy non può che perdere contro Hollande, dicono i giornali, che parlano di uno scarto di almeno due punti percentuali tra il candidato socialista e quello di UMP; i politologi invitano alla calma, e a prendere con le pinze quelle statistiche che sventolano un vantaggio del quattro per cento in favore della sinistra.

Perchè nulla è scontato, quando la vittoria è contesa tra tanti pretendenti, alcuni dei quali vere e proprie meteore, sconosciute ai più fino a pochi mesi fa; sarà per questo che le carte in tavola cambiano a ritmi tanto sostenuti, e che a poche ore dal verdetto finale, la leader del fronte nazionale Marine Le Pen sembra guadagnare terreno a danno di Jean-Luc Mélenchon, candidato del Front de la Gauche, al punto da poter quasi sperare di diventare a sorpresa la terza eletta con un 17 per cento delle preferenze.[MORE]

Quel che è sicuro, è che anche i sondaggi sbagliano, e che i cittadini francesi avranno diritto di cambiare idea fino all'ultimo secondo; ecco perchè, in un momento in cui si teme un astensionismo del 30 per cento, conquistare gli indecisi potrebbe essere la mossa decisiva per chiudere a proprio vantaggio la corsa all'Eliseo.

Ma come raggiungere l'elettorato con le proprie argomentazioni, se si combatte una battaglia nove contro uno, si chiede uno sconsolato Nikolas Sarkozy dalle colonne di Le Monde, lanciando frecciate piccate ai media transalpini, e alle varie regole che disciplinano la campagna elettorale televisiva, sbilanciata a favore degli altri candidati, secondo il Presidente.

Ma se la TV non fa il suo dovere, a tirar acqua al mulino di Sarkò ci pensa la première dame Carla Bruni, lanciatissima nell'organizzazione di cordiali riunioni con facoltose signore della Parigi bene, in un tentativo di allontanare gli spettri dei sondaggi, che al ballottaggio finale al 6 maggio prevedono una vittoria con almeno sei punti di scarto per Francois Hollande.

Un risultato che, certo, riempirebbe di gioia il Vice Presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, che proprio ieri ha invitato tutti gli italiani residenti in Francia ad andare alle urne, per sostenere il socialista nella corsa alla presidenza, contro un uomo che "ha contribuito ad indebolire i valori europei in nome di una visione fragile e confusa dell'Europa", promuovendo politiche di austerità che hanno avuto come unico risultato quello di deprimere ulteriormente l'economia dell'Eurozona.

Quell'uomo, per ora, si prepara al suo ultimo comizio a Nizza, pronto a battersi fino alla fine, e a riconoscere, come ripete in un'intervista di l'Express, che in caso di sconfitta sarà lui a doversi assumere tutte le responsabilità del caso. E intanto, ambienti vicini a Sarkozy, parlano di dimessioni, qualora elezioni non dovessero risolversi per il meglio. Una decisione definitiva, o un modo per mettere sotto pressione gli indecisi di centro-destra?

(immagine tratta da: www.laregledujeu.org)

Simona Peluso