I Testimoni che mancano!
Fantasticherie del cuore Calabria

I Testimoni che mancano!

mercoledì 5 aprile, 2017

Fa pensare l’ammonimento di Paolo VI quando durante l’Udienza al Pontificio Consiglio per i laici del 2 ottobre 1974 diceva che “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni”. Che cosa intendeva dire? Il Beato Montini, in modo profetico ha spiegato che “gli uomini di questo tempo sono degli esseri fragili che conoscono facilmente l’insicurezza, la paura, l’angoscia”per questo “hanno bisogno di incontrare altri fratelli che irradino la serenità, la gioia, la speranza, la carità, malgrado le prove e le contraddizioni che toccano anche loro”. Secondo Paolo VI “le nuove generazioni hanno particolarmente sete di sincerità, di verità, di autenticità. Esse hanno orrore del fariseismo in tutte le sue forme.[MORE]

Si capisce perciò come si attacchino alla testimonianza di esistenze pienamente impegnate al servizio di Cristo. Percorrono tutti gli angoli della Terra per trovare dei discepoli del Vangelo, trasparenti a Dio e agli uomini, che rimangono giovani della giovinezza della grazia di Dio”.

Per questo motivo, concludeva Montini,“occorrono oggi più che mai dei testimoni dell’invisibile” perchè , “le nuove generazioni vorrebbero incontrare più testimoni dell’Assoluto”. 

A proposito della formazione il compendio della Dottrina Sociale della Chiesa così recita al punto 549: “La dottrina sociale della Chiesa deve entrare, come parte integrante, nel cammino formativo del fedele laico. L’esperienza dimostra che il lavoro di formazione è possibile, normalmente, all’interno delle aggregazioni laicali ecclesiali, che rispondono a precisi criteri di ecclesialità”.

Vivificare cristianamente ( con coerenza ) i vari settori dell’ordine temporale è sicuramente un impegno necessario e soprattutto illuminante, per aiutare la società a munirsi di quegli anticorpi che salvano il mondo. Le associazioni, i movimenti e i gruppi laicali inseriti nella Chiesa, hanno il dovere di rendere agile il raggiungimento di questo obiettivo. Devono perciò presentare in modo visibile il valore della comunione ecclesiale, davvero efficace nell’operato del singolo individuo, ma che trova nelle aggregazioni dei fedeli, partecipanti con responsabilità alla vita della Chiesa, una sua specifica espressione. Il punto 550 del Compendio è ancora più chiaro appena sottolinea l’importanza della DSC, nell’accompagnare questo tragitto istruttivo:

“La dottrina sociale della Chiesa è importantissima per le aggregazioni ecclesiali che hanno come obiettivo del loro impegno l’azione pastorale in ambito sociale“. Chi si forma all’interno dei gruppi ecclesiali ha il dovere di testimoniare con il suo agire la verità del vangelo nel settore dove opera, fosse la carica più alta dello Stato, piuttosto che l’insegnante di una classe plurima nel più piccolo paese di montagna. A entrambi nessuno chiede di tenere lezioni di fede, sarebbe un inganno alla stessa Parola. Parleranno per ognuno la testimonianza e la correttezza quotidiana ancorate ai valori cristiani. I gesti, i comportamenti fraterni, il modo di comunicare, la gioia di porsi, il rigore morale nella più ampia naturalezza, il riconoscimento dei propri limiti e dei propri talenti, sanno a volte motivare più dei validi contenuti di una qualsiasi conferenza pubblica sulla fede nel Signore.




Egidio Chiarella

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