Il Consigliere regionale Fabio Cofelice rivendica un assessorato

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Il Consigliere regionale Fabio Cofelice rivendica un assessorato.

Emersa, a suo dire, in occasione dell’Assemblea di Noi Moderati, l’amarezza per la poca considerazione politica.

Natale si avvicina, e come dice una filastrocca cantata da Carosone adattata alla politica: “Mo vene Natale nun tengo na seggia me fumo na pippa e mo vaco a sbraità” che, in nostrano politichese si traduce in: Non ho una poltrona, mi fumo una pipa e mi metto a gridare”. Con il Natale in Molise si avvicina il tanto sperato avvicendamento in Giunta regionale, tra l’altro condizionato da accordi elettorali. Accordi stabiliti ancor prima della scellerata legge che dà la possibilità alle regioni di ampliare il numero di assessori; legge sotto mentite spoglie della più ampia rappresentanza territoriale. Accordi che, se rispettati, aprirebbero nuovi scenari, dibattiti e come già accade, proiezioni verso fughe in avanti. Una delle tante richieste è magicamente pervenuta dal consigliere delegato al turismo e cultura, Fabio Cofelice. Stretto nella morsa delle scarpe strette, vorrebbe calzare stivaletti senza lacci e spiccare il volo verso lidi che tramuterebbero la delega di consigliere, senza infamia e senza lode, a quella di assessore. Il potere, si sa, è l’arma della politica per favorire futuri dalle note squillanti e dalle notti colorate di stelle. In occasione di una movimentata assemblea romana di “Noi Moderati”, movimento ancora poco strutturato che a detta di Mara Carfagna, Forzista nell’anima ma fuoriuscita per pura convenienza elettorale, come lo è la Gelmini del resto, nonostante abbia in dote un insignificante 1% di consensi, si appresta a diventare un partito decisivo per la tenuta del centro destra, partito mal digerito nel suo ingresso nei Popolari europei – si ricorderà come e chi fu l’autore della loro “infilata dell’ultima ora”, tra un incitamento alla moderazione, alla condivisione, alla relazione dialogante, che in Molise è forse ancora in attesa dello “Spirito Santo”, il coordinatore regionale del Molise, ha assunto posizione rigide che non possono trovare ammissibilità, sia nell’opinione pubblica, sia nella politica locale. Da un palco, in occasione delle assimilabili autoreferenzialità di chi pavoneggia dal palco le miss Italia di un tempo, è toccato agli amministratori locali dire la propria e, nell’essere seduti su scranni per sentir dei lagni d’altri, inaridire le erbe e far morir, è toccata dir la sua anche al consigliere Fabio Cofelice che da buon figlio della Democrazia Cristiana, quella dei tempi favorevoli al dialogo, alla condivisione e al soliloquio, ha mostrato una certa disaffezione verso la sua maggioranza di governo regionale investendo i suoi tre minuti a disposizione, nella richiesta espressa ai vertici del suo partito, di un intervento a tutela della sua persona meritevole di un assessorato, al fine la collaborazione si tramuti in rispetto politico e personale. Tutto ciò in virtù delle percentuali di consenso anormali per i “Noi Moderati”. Forse però una riflessione andava fatta, ma si sa: in politica quello che si dice oggi è vecchio già ieri. Alle scorse consultazioni regionali i “Noi Moderati” non hanno presentato una propria lista, sarebbe stata una improbabile condizione, ma hanno concorso con la lista civica in capo al Presidente della Regione Francesco Roberti – Il Molise in buone Mani – Noi Moderati - che ha trainato senza sé e senza ma la lista stessa. In tale lista erano presenti nomi di spicco che hanno permesso l’elezione di due esponenti tra cui solo uno che rappresentava il movimento di Lupi, proprio nella persona del consigliere Cofelice. La goliardia è sicuramente un elemento utile a elevare idee, posizioni e anche enfasi ma in politica sono i fatti quel che contano. L’esporsi contro la maggioranza di governo di cui si fa parte,e da cui si è ottenuti il massimo ottenibile, crediamo tutti, sia stato un vero e proprio atti di libertinaggio politico, pur nel rispetto delle persone e delle opinioni. Il confronto, lo ha declamato bene anche il leader di “Noi Moderati” Maurizio Lupi, il responsabile dello stesso movimento, Alessandro Colucci, la Giusy Versace, e il vice presidente Anci, Ignazio Messina, è l’unica alternativa per far meglio senza condizionare assunzioni di posizioni seppur diverse. Forse, qualcosa dovrebbe essere rivisitata in termini di comunicazione ma soprattutto di non asserimento al potere.       

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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