Il cuore non è commerciabile!
Fantasticherie del cuore Calabria

Il cuore non è commerciabile!

domenica 15 ottobre, 2017

Nel nostro conteso sociale, in più occasioni, è potuto accadere che anche un criminale comune, bene attivo nella negazione del vangelo, sia stato capace di indossare un manto da devoto per offrire le sue preghiere “contraffatte” al Signore. Ciò non esclude che un qualsiasi peccatore, grande o piccolo che sia, possa aprirsi, se convinto, al vero pentimento. Il sacrilegio quotidiano rischia invece di consumarsi di continuo quando si entra nel tempio del Signore, sia esso fisico o spirituale, con la certezza di poter commercializzare il proprio cuore.  Può avvenire in occasione di una preghiera intima e personale o di una partecipazione ad una apposita funzione religiosa. Si prega, ci si batte il petto, poi si esce e si partecipa in prima persona ad un qualsiasi atto illecito o si contribuisce con la maldicenza a demolire una persona. [MORE]

Nei casi comunque di ordinaria vita giornaliera spesso si persiste a compiere azioni che sono l’esatto contrario di quanto ci insegna il Vangelo. Questo aspetto riguarda, senza ipocrisia, ogni giorno tutti noi credenti. In mille circostanze di gesti che violano la nostra sana spiritualità, contando di trattare egoisticamente su ogni cosa, se ne presentano tantissimi! Cristo invece per essere al nostro fianco vuole in cambio solo la purezza del cuore, non certo una qualsiasi offerte materiale o immateriale. È chiaro, a tal proposito, il vangelo di Giovanni: “Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”.

L’uomo vero non può permettere che il Tempio della vita, sia ridotto a spelonca di ladri. Gesù non vuole che si faccia della società di oggi, come del tempio a Gerusalemme, un mercato a servizio del culto. Si rischia in questo modo di assecondare un credo religioso senza Dio e senza l’uomo, perché privo della vera comunione di obbedienza della comunità dei credenti verso il proprio Signore. Senza obbedienza il culto non serve a nulla. È una cerimonia inutile. Un’offerta vana. Anche se si tratta dell’Eucaristia. La venuta di Cristo e l’offerta della sua vita al Padre per redimere l’uomo hanno cambiato la storia e sotterrato l’ipocrisia, veste dorata dei farisei di oggi e di ieri e per sempre. Oggi si continua a cogliere solo l’aspetto esteriore di questo grande sacrifico perenne.

Il rischio sta infatti nel pericolo di rendersi disponibili verso il prossimo, solo se all’orizzonte si intraveda un vantaggio personale. Anche la religione, come tutte le espressioni ideali ed etiche della società, ne riceve in questo caso di riflesso una contaminazione abbastanza evidente. Si commercializza di conseguenza anche il proprio modo di consegnarsi a questa grande verità. L’amore di Dio non si compra, nemmeno con il più grasso e sano bue della terra o con mille promesse dorate. Tutto si può vendere e comprare, ma è impossibile commercializzare il cuore di un uomo dinnanzi a Dio. Fortunatamente nel cielo questa attività non ha mercato! Quando lo si capirà anche sulla terra, sarà il tempo di una rinascita sociale senza precedenti.

 Egidio Chiarella

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