Economia

Il rapporto Istat di fine anno annuncia segnali di ripresa, ma l'occupazione resta bassa

ROMA, 30 DICEMBRE 2014 – Nella nota mensile sull’andamento dell’economia del Paese, l’Istat si è pronunciato in maniera piuttosto positiva nei confronti della crisi che ha investito l’Italia negli ultimi anni: “La fase di contrazione dell’economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna”, si legge nel rapporto.


La situazione complessiva appare piuttosto stabile, certamente senza grosse impennate ma nemmeno con drammatiche sorprese: “Il prodotto lordo è risultato ancora in flessione (-0,1% su base congiunturale) a seguito dell’accentuarsi della contrazione del valore aggiunto sia nella manifattura sia nelle costruzioni (rispettivamente, -0,6% e -1,1%) ma in presenza di una stazionarietà nel settore dei servizi.


Nonostante questo, le prospettive appaiono ancora buie rispetto al tasso di occupazione: l’agenzia ha sottolineato come il mercato del lavoro sia “in una fase di stagnazione” che ha portato a una crescita del numero di coloro che sono alla ricerca di un lavoro. “La stasi del mercato del lavoro italiano si è riflessa anche nell’andamento del tasso di posti vacanti: i dati destagionalizzati relativi al terzo trimestre mostrano che l’indicatore di domanda di lavoro è rimasto ancorato ai valori di inizio anno”. Non ci sarebbe, quindi, una vera e propria crescita rispetto ai primi mesi del 2014. Anzi, è stata addirittura registrata una regressione nel mese di ottobre, quando il tasso di occupazione è calato dello 0,2% rispetto ai dati di settembre. Tra i disoccupati, un picco si registra in particolar modo tra coloro in cerca della prima occupazione (+17,6%), mentre è del 5,8% l’aumento tendenziale del numero di chi ancora cerca lavoro. Probabilmente, però, il fattore più scoraggiante riguarda i tempi della disoccupazione, ossia quanto a lungo si resta senza lavoro: dal 56,9% del 2013, si è saliti a quota 62,3% di persone che cercano un’occupazione da più di un anno. Insieme a loro, coloro che, troppo amareggiati, non tentano nemmeno più di trovare un impiego: il loro numero è cresciuto del 6,5%. [MORE]


Uno spiraglio di luce si accende con i dati relativi all’ultimo trimestre: le statistiche mostrano un incremento delle ore di lavoro, sia per dipendente (+0,3%), che complessive (+0,4). Non solo, ma appaiono incoraggianti anche i dati relativi ai ricorsi alla Cassa Integrazione: 50,7 ore ogni mille ore lavorate, con una diminuzione di 10,9 ore rispetto allo al 2013.
 

(foto: www.roars.it)
 

Sara Svolacchia