Il Senato boccia il "Salva Venezia", Cà Farsetti nei guai
Politica Veneto

Il Senato boccia il "Salva Venezia", Cà Farsetti nei guai

sabato 22 febbraio, 2014

VENEZIA, 22 FEBBRAIO 2014- Il Senato ha bocciato il “Salva Venezia” e non solo quello. Il presidente Pietro Grasso, prima delle votazioni in Aula a palazzo Madama, aveva già annunciato che oltre la metà degli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio per quanto riguarda il decreto legge sugli enti locali difficilmente sarebbero passati in Senato.
 

Grasso ha bollato come “improponibili” quindici dei ventisei emendamenti, ritenuti non pertinenti alla materia del decreto. Se Cà Farsetti aveva tirato un sospiro di sollievo dopo l’approvazione del “Salva Venezia” alla commissione Bilancio del Senato e riteneva che ormai la strada fosse in discesa, si sbagliava. Non ci sarà attenuazione delle sanzioni per il Comune lagunare che ha sforato il patto di stabilità, così come era stato chiesto nell’emendamento presentato dal senatore del Pd Felice Casson. E se Cà Farsetti non troverà una soluzione, sarà costretta a fare i conti con un taglio dei trasferimenti statali di 40 milioni di euro e dovrà tagliare gli stipendi dei dipendenti per rientrare lo sforamento. Consapevole di ciò, Grasso ha anche aggiunto che è disponibile ad appoggiare una legge “omnibus”, che accorpi gli emendamenti più urgenti.
 

Furioso il Pd. “Abbiamo sempre mantenuto il massimo rispetto per le istituzioni parlamentari” ha detto il capogruppo del Partito Democratico di Cà Farsetti, Claudio Borghello “ma a questo punto ci chiediamo se tale rispetto sia meritato. Se un emendamento fondato sul dato inconfutabile che vede Venezia penalizzata nei parametri di calcolo del patto di stabilità rispetto alle altre città e che mira ad evitare tagli ai servizi alla persona e agli stipendi dei lavoratori del Comune, confermato dal Governo e discusso dalla commissione bilancio del Senato e votato dalla stessa, viene dichiarato inammissibile, risulta evidente che in quei luoghi più che il popolo sia la confusione a regnare sovrana. Situazione ridicola che comporta conseguenze gravose per la città di Venezia. Auspichiamo che tutti i parlamentari veneziani prendano una ferma posizione nei confronti di un episodio non comprensibile che rende la questione non più solo una questione veneziana”.
 

Federica Sterza
 

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