Ilva: rischio cassa integrazione per migliaia di operai

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TARANTO, 23 GENNAIO 2013 – Oggi, alla prefettura di Taranto, è avvenuto l’incontro tra i rappresentanti delle istituzioni locali, tra cui il presidente della regione, Nichi Vendola, e il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, il quale ha presentato ufficialmente il garante per l’attuazione delle prescrizioni dell’Aia, Vitaliano Esposito, e il commissario per il risanamento ambientale, Alfio Pini. [MORE]

Dalla riunione è emersa la drammatica prospettiva della cassa integrazione straordinaria per circa novemila lavoratori, se la situazione all’Ilva non riuscirà a sbloccarsi entro pochi giorni; situazione che è definita da Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, “oggettivamente difficile e molto delicata”.

Nel corso dell’incontro odierno il ministro Clini ha presentato i fondi (396,7 milioni di euro) stanziati per gli interventi di bonifica e di risanamento delle strutture portuali di Taranto e ha anche commentato la situazione dell’Ilva, specificando: “se qualcuno pensa che il risanamento possa avvenire fermando gli impianti dell'Ilva, non ha capito dove siamo”. Inoltre al giornalista, che domandava se ci fosse una soluzione alternativa qualora la legge “Salva Ilva” fosse ritenuta incostituzionale dalla Consulta, ha replicato: “Non c'è un piano B perché l'Ilva non è un'officina meccanica" ma sembra che, in serata, si siano aperti spiragli di trattative per verificare i vincoli che limitano la commercializzazione dei prodotti.

Tra le misure presentate per arginare il problema dell’Ilva c’è, infatti, la proposta di dissequestrare e vendere l’acciaio deteriorabile fermo nel porto dal 26 Novembre al fine di pagare gli stipendi. La procura di Taranto ha però espresso parere negativo all’istanza, sollevando una nuova questione di legittimità della legge “Salva Ilva”. Il procuratore generale presso la Corte di appello di Lecce, Giuseppe Vignola, ha evidenziato che non si può parlare di dissequestro ma che si sta studiando la nuova istanza dell’azienda, aggiungendo: "noi abbiamo il dovere di applicare la legge e mi pare che la stiamo applicando".

Intanto un gruppo di operai dell’Ilva ha organizzato un sit-in davanti alla portineria A dello stabilimento, coordinata dall’ Usb e dai lavoratori del Movimento Ferroviario. Il responsabile dell’Usb di Taranto, Francesco Rizzo, ha criticato l’operato del governo, asserendo che “provvedimenti del governo fino a questo momento hanno tutelato solo l'azienda. Il sequestro dei prodotti finiti è solo un alibi per non investire le risorse necessarie". (foto: IlMessaggero.it)

Cristina Rendina

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Scritto da Cristina Rendina

Giornalista di InfoOggi

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