InArt - Visitors & Natives, intervista 5x2
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InArt - Visitors & Natives, intervista 5x2

domenica 20 ottobre, 2013

VIGEVANO (PV), 20 OTTOBRE 2013 – Nelle atmosfere marziane di InArt altre storie raccontano il dna creativo italico delle arti e dei mestieri, fotografando questa volta il connubio inestricabile tra arte e moda. Davanti all’obbiettivo due giovani promesse del fashion world, tra i cinquanta protagonisti della rassegna “Visitors and Natives. Le scarpe e i talenti del domani”, organizzata dal Museo della Calzatura di Vigevano al Castello Sforzesco - Scuderie ducali (fino al 10/12) - e inaugurata in concomitanza con The Micam, il salone internazionale della Fiera Milano Rho dedicato al business calzaturiero.

Un progetto che scommette sulle nuove generazioni di designer, non solo italiani. Un appuntamento destinato a ripetersi, riabilitando al contempo la città che lo accoglie: Vigevano ha scritto la storia della calzatura italiana, con la prima industria e la prima fiera nazionale di settore, e, dato non trascurabile, con l’invenzione del tacco a spillo.
«Il titolo della mostra – come ha commentato il curatore, Armando Pollini - è ispirato ad una sezione del MICAM denominata appunto Visitors. Vi sono ospitati da diverse edizioni alcuni brand stranieri. Nella mostra vigevanese abbiamo esteso l’interesse agli italiani, i Natives, creando un gruppo selezionatissimo che in un futuro nemmeno troppo lontano potrebbe dare luogo a brand di successo. Quando nel ’96 a Vigevano abbiamo assegnato il premio “New shoes, new Talents” a un giovane Alexander Mc Queen avevamo dimostrato un certo intuito, e pensiamo che tra i designer presenti in mostra parecchi abbiano le carte in regola per una buona carriera».

Una gamma di pregio quella proposta, opere d’arte ai piedi, sospese tra miracoli della tecnologia e forme futuribili, un vero esempio di made in Italy per stile e qualità.
«Il livello generale – continua il curatore - è davvero altissimo. Per esempio Gianluca Tamburini ha messo a punto ed introdotto tecnologie assolutamente innovative (l’uso del carbonio e del titanio nelle suole). Sommate all’alta artigianalità italiana hanno dato vita a scarpe di alto valore artistico. Sara Tognacci ha combinato la citazione colta, il gusto e una fortissima creatività per realizzare due modelli davvero perfetti sia dal punto di vista artistico che tecnico; e Vincenzo Somarelli ha, a sua volta, un design pulito e graffiante».

Vincenzo Somarelli e Sara Tognacci hanno risposto alle domande di infooggi.it

Di fronte a un mondo omologato, anche l’industria calzaturiera si guarda indietro, come molti altri settori in questo momento, riscoprendo l’artigianalità e il valore della creatività italica. La vostra fonte di ispirazione?
Vincenzo Somarelli: “Avendo avuto una formazione matematico scientifica sono sempre stato attratto dall’architettura. Solitamente traggo ispirazione dalle opere dei grandi architetti… la ss-13 si ispirava a Santiago Calatrava, la FW13-14 a O’gery e la nuova ss14 a F.L.Wright. In particolare ho sempre subito il fascino dei ponti con la loro commistione di materiali e che collegano spazi ed elementi diversi”.
Sara Tognacci: “L'ispirazione la trovo in me stessa: ogni scarpa che disegno diventa un'espressione della mia anima, del mio sentire: è la sublimazione della mia esperienza. La musica, le sculture, la letteratura, ogni cosa che mi piace e di cui mi circondo, che la mia curiosità scova, mi accompagnano mentre disegno”.

Il progetto “Visitors and Natives” conferma il trend del rapporto fra arte e moda. Quali confini intercorrono tra le due discipline?
Vincenzo Somarelli: “Il confine potrebbe sembrare labile, ma in una mera ottica commerciale è decisamente netto e segnato. L’aspirazione e l’ispirazione in fondo ci porterebbero a fare arte, ma per poter riuscire a vedere il proprio lavoro inteso come prodotto in un negozio bisogna trovare un giusto compromesso”.
Sara Tognacci: “Il confine non è definibile nel prodotto ma in chi lo concepisce: potenzialmente, ogni designer è un artista ma per quanto riguarda la moda, che produce oggetti di consumo, è indubbiamente influenzata dal mercato e ogni sei mesi cambia”.

Nella rivoluzione culturale attualmente in atto le aziende investono sempre più in ricerca, tecnologia e modelli alternativi di business. Il concept, la filosofia del brand, devono “calzare” perfettamente al prodotto, la vostra identità?
Vincenzo Somarelli: “Il marchio nasce con la volontà di mixare un design dalla marcata connotazione geometrica e strutturata con linee morbide ed avvolgenti. È un approccio quasi scientifico stemperato e illuminato da un marcato senso plastico ed estetico. La cura del dettaglio si concentra sugli elementi contrastanti e sull’enfasi delle strutture piuttosto che sulla decorazione”.
Sara Tognacci: “Non c'è nessuna rivoluzione culturale in atto e se c'è, è data solo dall'appiattimento del livello culturale verso il basso. La mia identità non viene messa in discussione da nessuna logica commerciale: quando disegno le mie scarpe, devono piacere a me, devo sentirle e devono calzare perfettamente alla mia personalità”.

Le nuove frontiere del «made in Italy»?
Vincenzo Somarelli: “Difficile solo pensarlo… le nuove tecniche si succedono così in fretta e non sempre le aziende italiane hanno la possibilità di seguirne l’evoluzione e questo porta ad uno spostamento delle produzioni in regioni molto lontane da noi, culturalmente e geograficamente. Quindi, come sempre, bisogna riuscire a far sì che esperienza e tradizione arrivino con caparbietà a coprire e superare il gap tecnologico e a far sì che valga la pena acquistare un prodotto che ha ancora il sentore di un vecchio laboratorio”.
Sara Tognacci: “Se è made in Italy, non dovrebbe avere frontiere… Parafrasando il grande Giorgio Gaber, io non mi sento italiana, ma per fortuna... lo sono”.

Mai senza…
Vincenzo Somarelli: “Un buon psyco-thriller sul mio iPad”.
Sara Tognacci: “INQUIETUDINE”.

 

Note biografiche:
Vincenzo Somarelli, originario di Vigevano, con alle spalle una laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio e il diploma in Fashion Design (conseguito presso l’Istituto Europeo di Design di Milano), è il direttore creativo del marchio Vs2R, selezionato nel “VOGUE TALENT CORNER” (2013).
La stilista romagnola Sara Tognacci, collabora con il brand De Siena. In passato, dopo uno stage presso Sergio Rossi, ha collaborato con TGP di San Mauro Pascoli, Rodolphe Menudier a Parigi, Baldan di Stra, Armando Pollini design di Vigevano e Pollini di Gatteo.

«Una bugia
fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo
mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe
».
(Cit. Mark Twain)

Gli artisti interessati che vorranno approfittare dell'opportunità di essere inseriti nella rubrica InArt possono inviarci una descrizione del proprio lavoro, biografia, curriculum artistico, qualche foto o video delle proprie opere e/o delle proprie performance. La redazione provvederà a selezionare il materiale ricevuto e a pubblicare periodicamente - all'interno della rubrica (M) arte - recensioni e interviste. Il materiale può essere inviato all'indirizzo e-mail [email protected].

(Immagini: su gentile concessione dei designer, rispettivamente le loro foto-ritratto; in evidenza, l’invito della mostra, seguito da “Ardita” e “MaSai” di Sara Tognacci; shoes con bozzetto di Vincenzo Somarelli)[MORE]

 

Domenico Carelli


 


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