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Inchiesta università: contestata anche associazione delinquere

Inchiesta università: contestata anche associazione delinquere. Pm chiesero inchiesta per 33 ma istanza poi revocata
MILANO, 05 OTT - Nell'inchiesta della procura di Milano sui concorsi all'università viene contestata, a vario titolo, anche l'accusa di associazione per delinquere. A quanto si è saputo, la Procura di Milano nei mesi scorsi aveva inoltrato all'ufficio gip una richiesta di misura cautelare per 33 indagati ma, dato che pendeva da circa 9 mesi senza decisione da parte del giudice, i pm hanno deciso di revocarla. L'inchiesta avviata due anni fa, e che conta appunto 33 indagati, vede al centro in totale circa 30 concorsi nella università.

L'ipotesi di associazione per delinquere riguarda Galli e alcuni degli altri indagati, mentre gli altri reati al centro dell'inchiesta sono la turbativa d'asta, il falso e la corruzione. Contestazione quest'ultima che non coinvolge Galli, che sarà interrogato domani. L'inchiesta nasce da un fascicolo che aveva aperto l'allora pm Ilda Boccassini e che riguardava presunte irregolarità nelle iscrizioni alle università, fronte questo che non rientra, invece, nell'indagine che oggi ha portato al blitz dei carabinieri del Nas. Questo filone ha preso spunto da intercettazioni a carico di uno degli indagati e dalle quali sono emersi molti elementi anche su altri.

Con l'espressione tecnica "medaglione", riportata anche nelle imputazioni dei pm, si intende quando il bando di un concorso universitario viene cucito addosso al vincitore. Come ipotizzato dagli inquirenti nel caso le 'mediane', ossia il numero delle citazioni in articoli scientifici, erano più alte per un candidato che non avrebbe dovuto vincere venivano modificati i cosiddetti 'subcriteri' del bando per favorirne un altro.