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INPS: cresce in positivo il saldo assunzioni/cessazioni. Allarme precariato per i voucher

ROMA, 19 GENNAIO 2016 - Segno + davanti agli indicatori sull'occupazione: secondo le rilevazioni INPS, migliora il saldo assunzioni/cessazioni, che fa registrare un positivo di 356mila nuovi posti di lavoro, rispetto ai contratti lavorativi di lavoro dipendente registrati nel medesimo periodo del 2014.

[MORE]Numeri che fanno esultare il Premier Renzi, che sui social riserva la classica stilettata ai gufi (“INPS dimostra assurdità delle polemiche sul Jobs Act"). Al contempo, l'ente di previdenza sociale rileva una impennata delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato: la decontribuzione per i neoassunti ha garantito l'accesso al lavoro con meno contratti d'apprendistato e contratti a termine, a favore di contratti a tempo indeterminato (ove le tutele sull'indeterminatezza hanno risentito di una volontà flessibilizzatrice del governo, attraverso il Jobs Act).

“Il numero complessivo delle assunzioni nel settore privato (+444.409, pari al +9,7%), per effetto soprattutto della crescita dei contratti a tempo indeterminato (+442.906, pari al +37%); sono aumentate anche le assunzioni con contratti a termine (+45.817, pari al +1,5%) mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-44.314, pari al -20%)”, sostiene l'Osservatorio sul precariato, sottolineando com nei dati vadano comunque considerati i casi di indeterminatizzazione del precariato.

Precariato che, però, si fa largo con nuove strade: mandati in pensione i contratti a progetto (non per tutti, per gli operatori outbound dei call center continua, per deroga, l'agonia), il boom dei voucher allarma Tito Boeri e il suo team: da gennaio a novembre 2015, "risultano venduti 102.421.084 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (61.129.111), pari al 67,5%". Ci sono anche situazioni estreme che riguardano alcune regioni, ovvero "punte del 97,4% in Sicilia, dell’85,6% in Liguria e dell’83,1% e 83% rispettivamente in Abruzzo e in Puglia”.

Salvatore Remorgida