Politica

Intervento di Pino Celi sulle elezioni provinciali del 12 Ottobre 2014

CATANZARO, 21 AGOSTO 2014 - E’ tempo di importanti cambiamenti istituzionali, non solo a livello nazionale, con le modifiche appena passate in prima lettura al Senato, ma anche a livello regionale e provinciale. Questo mio intervento è focalizzato sulle ricadute politiche e di rappresentanza che certamente interesseranno Catanzaro e la sua provincia.

La riforma elettorale approvata dal Consiglio regionale della Calabria contiene, come è stato recentemente sottolineato, l’importante novità del collegio unico per Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, ripristinando nei fatti la situazione antecedente al 1990, anno della tripartizione dell’unica grande provincia della Calabria mediana. Personalmente ho qualche dubbio che la novità possa produrre maggiore coesione tra i territori, potendosi prevedere al riguardo prese di posizione ispirate a sospetto e accuse di prevaricazione rispetto a una situazione di parità rappresentativa, quantomeno dal punto di vista nominale. Se l’obiettivo è quello di rafforzare il peso politico della Calabria di mezzo, altrimenti destinata a soffrire rispetto alle due realtà forti gravitanti una sulla Città metropolitana dello Stretto e l’altra sull’asse Cosenza-Rende, penso che occorra puntare interesse e volontà di intervento sull’altra novità in cantiere, che troverà attuazione sin dalle prossime settimane, quando si sarà dato compimento alla trasformazione profonda dell’Ente Provincia.
[MORE]Il clamore intorno al 12 ottobre come data indicata dalla presidente Stasi per le elezioni regionali rischia di oscurare l’altro appuntamento importante fissato per lo stesso giorno, questa volta dalla Camera dei deputati in sede di modifiche al decreto legge numero 90, che, all’articolo 23, occupandosi di “interventi urgenti in materia di riforma delle province e delle città metropolitane”, stabilisce per il 12 ottobre le elezioni per il presidente e i consiglieri provinciali. Come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, si tratta di consultazioni di secondo livello, cioè a votare saranno i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni che compongono le Province, commissariate o in scadenza. Catanzaro è una di queste, e riteniamo sia importante concentrarsi su questa novità normativa che, contrariamente a quanto può sembrare dalla parallela discussione in Senato che toglie le Province dall’ordinamento costituzionale, può rappresentare una opportunità di rappresentanza e di coordinamento territoriale ancora più incisivo di quanto finora è stato.

Per l’area che qui stiamo valutando, gli organismi eletti saranno tre, ricalcando territori e comuni delle attuali Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Non vi è dubbio che una delle azioni virtuose che possono essere messe in campo, all’indomani della costituzione dei Consigli e della elezione del presidente, sia proprio quella di incentivare il dialogo tra i territori, al fine di individuare strategie comuni di collaborazione istituzionale e di sinergia operativa, anche finalizzata a programmi comuni di sviluppo. Probabilmente ciò che è mancato anche nell’ultima esperienza di governo delle Province, in cui mai si è vista una iniziativa congiunta se non per protestare contro tagli e ritardi. Non è da sottovalutare che il testo licenziato dalla Camera stabilisce che a settembre il governo dovrà emettere un provvedimento che specifichi le competenze che Stato e Regioni dovranno trasferire alle Province. Come si vede, niente che estingua le Province, pur nel profondo cambiamento normativo che le interesserà.

Le elezioni provinciali, pertanto, per quanto di secondo livello e indirette, devono rappresentare momento importante di confronto e di dibattito per i consiglieri comunali e anche per i cittadini, consapevoli protagonisti di un’area vasta finalmente normata.

Pino Celi