Intervista a Geppy Gleijeses, interprete di "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo a Lamezia
Interviste Calabria

Intervista a Geppy Gleijeses, interprete di "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo a Lamezia

domenica 20 novembre, 2016

LAMEZIA TERME 20 NOVEMBRE - In occasione dell’inaugurazione della prima edizione della rassegna teatrale di Ama Calabria con la commedia “ Filumena Marturano, l’attore, drammaturgo, regista e produttore teatrale Geppy Gleijeses , protagonista indiscusso del capolavoro di Eduardo De Filippo, insieme a Mariangela D’Abbraccio, svela alcuni passaggi del suo lungo percorso artistico riuscendo a fornire una visione più ampia ed autentica non solo di se stesso ma anche del mondo dello spettacolo. [MORE]

Forte l’impatto emotivo con il numerosissimo pubblico della platea del Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme rimasto letteralmente incantato dalla eccezionale bravura di Gleijeses enfatizzata dalla regia di Liliana Cavani che, pur rimanendo fedele ad una certa impostazione tradizionale, ha saputo mettere in luce la carica emozionale del personaggio Soriano, la metamorfosi psicologica e l’atteggiamento relazionale con gli altri personaggi. Durante l’intervista Geppy Gleijeses dialoga serenamente rispondendo a tutti i quesiti proposti sempre con un tocco di signorilità ed eleganza che lo contraddistinguono nella quotidianità.

Nel corso della sua lunga carriera artistica certamente ha vissuto momenti di luce ma anche momenti di buio, di sconforto. Può illuminarci in proposito?

La mia è veramente una carriera lunga iniziata da dilettante nel ‘72, poi sono diventato professionista esattamente 40 anni fa , questa di Lamezia è la mia 40ᵅ tournée avendo iniziato nel 76-77. Lo faccio sempre con lo stesso trasporto, la stessa passione, lo stesso amore. Nella mia vita ci sono stati momenti luminosi e momenti di crisi. Ora però sto molto meglio rispetto al periodo buio che ho attraversato.

Tra i registi che ha conosciuto ne ricorda in particolare qualcuno che le ha maggiormente lasciato un segno più degli altri?

Ho conosciuto molti registi tra cui Mario Monicelli, Mario Missiroli, Gigi Proietti, Ugo Gregoretti, Vittorio Caprioli, Aldo Trionfo, ma non preferisco citarne alcuno perché ho vissuti con tutti bei momenti. Teatralmente però ho fatto un bel percorso con Missiroli: le esperienze comunque si fanno sul campo

Cosa potrebbe consigliare ad un giovane aspirante attore?

Io non potrei fare desistere nessuno perché se qualcuno vuole fare questo mestiere lo fa se si mette in testa qualcosa. Io l’ho fatto, me ne sono andato via da casa, ( sono originario della Presila) avevo una famiglia borghese, sono nato e cresciuto a Napoli. Mio padre era napoletano, mia madre lo conobbe a Napoli e quindi ai ragazzi dico che questo è un mestiere difficilissimo dove fa carriera da protagonista ,direi, zoppicando uno su mille. Ma se hai talento, fortuna e salute lo puoi fare. La salute, come diceva Eduardo, è fondamentale altrimenti non puoi andare da nessuna parte. Poi devi vivere nel rigore di questo mestiere senza pensare a fiction o altro, dedicandosi al teatro e facendo un passo indietro e uno avanti perché «gli esami – come diceva Eduardo - non finiscono mai»

Ha avuto qualche attimo di incertezza o timidezza nel cimentarsi in questo capolavoro di “ Filumena Marturano” a livello mondiale scritto dal grande Eduardo De Filippo?

Questo è il sesto lavoro che faccio di Eduardo De Filippo e non mi sono mai sentito intimorito da lui: l’ho fatto e lo faccio sempre con grande passione e anche questa pietra miliare del teatro mondiale, rappresentato in 60 paesi del mondo, non mi ha mai spaventato. L’elogio più bello me lo hanno fatto a Napoli quando hanno scritto che per la prima volta vedevano in scena un personaggio di Eduardo rappresentato non da Eduardo, in modo diverso, ma degno. La commedia di stasera è fortissima perché, interpretata in modo molto particolare, fa ridere e fa piangere inducendo alla riflessione anche sulla tematica di figli illegittimi, nati fuori dal matrimonio

La lingua napoletana è bellissima e, in genere, compresa nel mondo ma a volte può succedere che lo spettatore stenta a recepire tutte le battute di un testo teatrale per la pronuncia partenopea un po’ particolare. È d’accordo?

Importante è far capire le cose che si devono capire, precisamente quelle fondamentali ai fini della conoscenza e comprensione del testo. Eduardo si faceva capire in Russia, noi ci siamo fatti capire nelle varie città d’Italia ( Aosta, Sondrio) , essendo il napoletano un linguaggio internazionale. Possono sfuggire delle parole però importante è capire il senso e sia a Napoli che ad Aosta il pubblico sa quando deve ridere e quando deve piangere come in “Filumena Marturano”

Lina Latelli Nucifero


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