Intervista esclusiva a Maurizio Lucia, Comandante Provinciale dei VVF (Cz) [Video-Foto]
Interviste Calabria

Intervista esclusiva a Maurizio Lucia, Comandante Provinciale dei VVF (Cz) [Video-Foto]

martedì 26 gennaio, 2016

CATANZARO 25 GENNAIO 2016 - Nel periodo che ha preceduto le festività natalizie, la nostra testata giornalistica ha avuto l’immenso piacere oltre che l’onore di poter intervistare il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Ing. Maurizio Lucia, per poter conoscere a fondo un organo di sicurezza che, quotidianamente garantisce l’incolumità della nostra vita e presta soccorso ed aiuto a quanti ne hanno fattivamente bisogno. Per la realizzazione dell’intervista, InfoOggi, ci tiene a ringraziare particolarmente il Centro Video e Documentale dei Vigili del Fuoco della provincia di Catanzaro, per l’audio-video riportato sotto.  [MORE]


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al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Ing. Maurizio Lucia

Comandante, come si articola la fase concorsuale per divenire un futuro Vigile del Fuoco?

- Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuco è un corpo dello Stato ad ordinamento civile, incardinato nel Ministero dell’Interno e come tutte le amministrazioni pubbliche, l’assunzione avviene previo il superamento di un concorso. Per quanto attiene il personale attivo “Vigile del Fuoco”, il concorso è normalmente articolato attraverso una fase di preselezione, anche perché il numero delle domande che si riceve ad ogni bando è sempre crescente, l’ultima volta superavano le 100mila unità, a chi supera la selezione, viene avviata la vera e propria prova concorsuale che consta in una prova psicomotoria, una serie di attività fisiche che devono essere superate e svolte in maniera corretta e poi un colloquio che riguarda aspetti di cultura generale. Ci tengo a sottolineare l’aspetto legato alla prova psicomotoria di cultura fisica, in relazione alla circostanza che il nostro lavoro richiede un impegno psicofisico importante, per cui queste è una delle condizioni fondamentali che occorre possedere come prerequisito per poter svolgere questa funzione. Possono quindi partecipare al concorso tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno ovviamente i diritti di cittadinanza e che poi possiedono i requisiti psicofisici previsti per tutti quelli che sono i corpi dello Stato ad ordinamento civile e/o militare.

Per quanto riguarda invece l’iter di formazione? Quali sono le varie fasi?

- I vincitori di concorso sono avviati ad una scuola di formazione centrale, le nostre scuole centrali anti incendio che si trovano a Roma-Capannelle, e li svolgono un corso di sei mesi, un corso, secondo un programma molto articolato, che porta ad acquisire quelle competenze sufficienti e necessarie per poter essere avviati all’attività operativa.

Siamo a conoscenza dell’esistenza di nuclei specializzati in varie attività, ce li descrive e ci spiega quali sono i vari ambiti nei quali vanno ad operare?

- Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, oltre a destreggiare l’attività di soccorso ordinaria che viene garantita da tutte le sedi di servizio, ha poi una serie di servizi specializzati: il nucleo elicotteri, che garantisce ovviamente l’attività di soccorso aereo, essi non sono presenti in ogni sede di servizio, ma coprono aree territoriali che sono certamente sovra provinciali e in diversi casi, sovra regionali. Per quanto riguarda la Calabria, il servizio attraverso gli elicotteri viene garantito dai nuclei di Salerno o di Bari o di Catania, a seconda delle diverse esigenze territoriali ed in funzione di quella che è l’operatività di questi nuclei. Abbiamo poi i nuclei sommozzatori, anch’essi come i nuclei elicotteri non sono presenti in ogni sede di servizio ma sono territorialmente chiamati a coprire, delle aree territoriali più ampie. In Calabria, il nucleo sommozzatori è dislocato presso il comando provinciale di Reggio Calabria, ma eventuali altre esigenze, soprattutto nella parte alta della Calabria, sono coperte anche dal nucleo sommozzatori di Taranto. Abbiamo poi una serie di altre attività che vengono svolte presso porti di una certa importanza, dove c’è un servizio specifico di sicurezza portuale, svolta addirittura prima della costituzione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e che garantisce il contrasto di quei rischi specifici presenti in aree portuali. Così come in aeroporti importanti, qui abbiamo l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, noi espletiamo un servizio di soccorso continuativo a cui è subordinata l’operatività dell’aeroporto, vale adire che l’assenza del nostro servizio pregiudicherebbe la possibilità di utilizzare lo scalo, dunque è un servizio che espletiamo con grande senso di responsabilità ed occorre garantirlo, evidentemente, 24h su 24h al pari di tutti gli altri servizi, tutti i giorni dell’anno senza soluzioni di continuità.

A suo parere, quale di questi è quello che richiede maggiore impegno e dunque può risultare più rischioso?

- L’impegno è richiesto da tutti i servizi, ovviamente chi si presta a fare servizio presso il nucleo elicotteri o presso il nucleo sommozzatori, ha dei concorsi a se nell’ambio dell’amministrazione che deve superare, quindi nessuno può essere inviato a fare servizio ad uno di questi nuclei, se non volontariamente si presta a seguire un corso formativo, ovviamente in un certo profilo, e poi non viene ritenuto idoneo a ciò. A queste specialità che ho appena elencato, si aggiungono ulteriori specializzazioni che invece sono maggiormente diffuse sul territorio: abbiamo i nuclei che contrastano le emergenze nucleari, biologiche, chimiche e radiologiche che sono presenti a livelli di formazione base in tutte le sedi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in talune sedi si hanno poi dei nuclei specialistici; qui a Catanzaro noi ospitiamo il nucleo regionale di contrasto alle emergenze NBCR, esso è costituito da personale che non fa soltanto questo, ordinariamente fa attività di soccorso corrente e ha bisogno di essere reclutato ed avviata a contrastare questo tipo di emergenze. Al pari abbiamo specialità in campo alpino-fluviale, il personale nostro, a livello di base, è formato in tutte le sede per questo tipo di specialità e i livelli superiori costituiscono invece un nucleo regionale che viene ad essere attivato al pari di quanto avviene per il nucleo NBCR nei casi di necessità, e poi abbiamo ancora gli specialisti in tecniche di topografia appiccate al soccorso, il servizio cinofili, il servizio di soccorritori acquatici, dunque abbiamo una serie di specialità che via via vanno crescendo perché l’attività di soccorso deve seguire la domanda di soccorso, ed essa prevede standard sempre di maggiore qualità.

A seguito dei tragici eventi in terra francese, il Corpo Nazionale, cosi come le altre forze armate, ha subito delle particolari e sostanziali variazioni, quali sono?

- Il Corpo Nazionale non è una forza armata a dire il vero, anche se l’organizzazione ricorda molto quello delle forze armate. Per quanto attiene ai fatti tragici di Parigi, confermano quello che ormai da circa quindici anni è abbastanza noto e risaputo, ossia che la comunità occidentale è posta quale bersaglio di una cultura violenta che tenta, con azioni terroristiche, di destabilizzare la nostra società. Proprio per questo, dopo i fatti dell’11 Settembre è stata fortemente irrobustita e strutturata quell’attività di cui prima ho parlato, del nucleo NBCR, il nucleo capace di contrastare le emergenze di carattere nucleare, biologico, chimico e radiologico, a dire il vero non soltanto nei casi di attentati o di azioni deliberatamente portate ad aggredire la nostra società, ma anche in quelle che sono le situazioni operative di carattere ordinario: quando si hanno rilasci di sostanze pericolose, sostanze chimiche, a seguito di incidenti stradali, danni ad impianti e quanto altro. Noi, dopo i fatti di Parigi, non abbiamo avuto una condizione di particolare allerta, nella misura in cui siamo comunque sempre pronti per fronteggiare questo tipo di eventi, è ovvio che il clima particolare ci porta a voler intensificare certe attività di addestramento durante il turno, in maniera tale da essere sicuramente pronti ed efficaci laddove ci fosse l’esigenza di intervenire, anche per questioni di carattere terroristico. È stata svolta qualche settimana fa, ma era già programmata a dire il vero, ben prima che accadessero i fatti di Parigi, un’esercitazione di difesa civile promossa dal dipartimenti dei Vigili del Fuoco attraverso le prefetture, che ha visto impegnate in Calabria: la prefettura di Catanzaro e quella di Cosenza, unitamente a tutti gli altri enti che costituiscono il Comitato Provinciale di Difesa Civile, tra cui i Vigili del Fuoco.

Ora “andiamo in casa”, dunque Le chiediamo di descrivere in linea generale, quelle che sono le caratteristiche che contraddistinguono il Comando Provinciale del quale è a capo, ci riferiamo quindi all’organico, alle strutture a vostra disposizione ed ai mezzi di soccorso da voi utilizzati.

- Il Comando di Catanzaro estrinseca la propria funzione su tutto il territorio della provincia attraverso personale, che è distribuito in una serie di sedi, quella in cui ci troviamo oggi è la sede centrale, la sede che possiede la maggior quantità di organico e che copre certamente l’hinterland della città di Catanzaro. Poi abbiamo sedi operative in Lamezia Terme, la sede che noi chiamiamo “Nicastro”, in località Bagni e che prevalentemente afferisce come territorio di competenze, al lametino; abbiamo poi la sede di Sellia Marina, la sede di Soverato e la sede di Chiaravalle. In più abbiamo il distaccamento volontario presso Girifalco, oltre al distaccamento aeroportuale presso l’aeroporto di Lamezia Terme che però, come dicevo prima, è dedicato esclusivamente a fare attività di sicurezza nell’ambito della sede aeroportuale. L’attività operativa è un attività particolarmente intensa, quest’anno abbiamo svolto circa 7200 interventi dall’inizio dell’anno alla data odierna, ed è un trend perfettamente in linea con il trend degli anni precedenti, appena un po’ al disotto dell’anno 2014; il nostro carico di lavoro, c’è da dire che dipende anche da quelle che sono le condizioni meteorologiche, perché ovviamente, la nostra attività operativa è strettamene correlata all’andamento climatologico. Per quanto attiene alle criticità, sotto il profilo delle piante organiche, alcuni vuoti di organico di qualche punto percentuale, ciò potrebbe sembrare una carenza fisiologica e in parte lo è, però per noi è comunque importante, nella misura le piante organiche nostre, sono piante particolarmente essenzializzate: anche la mancanza di alcune decine di unità può comportare problematiche, in taluni frangenti, nell’organizzare il dispositivo di soccorso. Quanto alla dotazioni di automezzi ed attrezzature, numericamente la dotazione è più che adeguata, numericamente però, ci tengo a sottolinearlo. Perché taluni automezzi, proprio perché hanno una certa datazione storica, hanno un caso di affidabilità non ottimale, quindi come tale, spesso sono soggetti di fermo per riparazioni, quindi il numero di automezzi reali, è un numero che certamente ci consente di espletare in maniera ordinaria l’attività di soccorso, ma che ci costringe, a volte, a fare i salti mortali, laddove ci siano condizioni superiori al carico di lavoro ordinario. Sotto questo profilo, noi confidiamo nei prossimi mesi di avere un ricambio importante di automezzi ed attrezzature, che deriverà da una convenzione che, proprio quest’anno è stata sottoscritta tra la direzione regionale della Calabria e la Regione Calabria, che porterà un numero piuttosto importante di nuovi automezzi, acquistati attraverso i fondi recuperati direttamente da questa convenzione.

Esaminando la spending review, quali sono le sue ripercussioni sulle varie attività quotidiane?

- La spending review ha compito tutte le pubbliche amministrazioni e quindi anche il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e quindi anche il comando provinciale di Catanzaro. Tutta la pubblica amministrazione ha avuto, sostanzialmente l’introduzione di un blocco del turnover, i Vigili del Fuoco, al pari di altre strutture, ritenute strategicamente importanti per garantire servizi fondamentali per la sicurezza del cittadino, hanno avuto soltanto un blocco parziale del turnover, ma comunque un blocco parziale c’è stato e questo, nel corso degli anni, ha portato ad una contrazione di fatto della pianta organica, i problemi che vi accennavo prima, derivano anche da questo tipo di riflesso. Quanto poi alla contrazione delle spese in chiave generale, è evidente che a più ridotte spese, corrisponde l’impossibilità di avere un ricambio pieno ed adeguato dei mezzi e delle attrezzature, per ci questa condizione di difficoltà economica, che purtroppo si protrae da diversi anni, non si può dire che non abbia lasciato tracce nell’attività ordinaria del Corpo Nazionale, è pur vero però che, con una più attenta e spinta attività manutentiva, che noi siamo in grado di esercitare sui nostri automezzi e grazie anche ad una ridondanza che il parco automezzi e attrezzature ancora conserva, riusciamo nell’ordinarietà a garantire l’attività di soccorso in maniera adeguata, siamo in grado di fornire riposte nel contesto, puntuali ed apprezzate dalla comunità.

Tra le tante emergenze che hanno caratterizzato questo 2015 che giunge alla conclusione, quali sono state quelle più ricorrenti e quali potrebbero essere le cause?

- Nella nostra provincia non abbiamo avuto condizioni di particolari criticità. La Calabria invece è stata interessata da eventi alluvionali importati nella seconda metà di quest’anno: alludo all’alluvione registrato nel corso dell’estate a Rossano Calabro e nelle aree limitrofe e più recentemente, gli eventi alluvionali che hanno lambito la nostra provincia ma che più hanno determinato problematica, nella provincia di Reggio Calabria, nella fattispecie nel litorale Ionico. In ambedue le circostanze, il comando di Catanzaro, al pari di tutti gli altri comandi interni ed esterni alla Regione, sono intervenuti per fornire adeguata capacità di risposta. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è organizzato, da sempre oserei dire, per fare in modo che, allorquando si verifichino condizioni calamitose che non consentono soltanto ai comandi competenti per territorio, di intervenire con le proprie risorse, c’è una mutua collaborazione tra i comandi più vicini, anche di altre Region, attraverso un dispositivo che è chiamato di colonna mobile regionale. Perché si verificano le calamità? Le calamità ci sono sempre state però è evidente, ne sentiamo anche dalla cronaca corrente, ripetuta indicazione, oggi come oggi il territorio è più fragile ed è più vulnerabile per tutta una serie di questioni. Abbiamo probabilmente abusato del territorio, abbiamo avuto un comportamento consumistico del territorio, il territorio non è un bene infinitamente disponibile è un bene che va rispettato, va utilizzato secondo determinati canoni e quando noi questi li forziamo, ahimè, ci si rivolta contro; la cultura della prevenzione, ancora oggi deve essere più fortemente radicata, soprattutto per chi fa determinate scelte strategiche in maniera di urbanistica materia, di gestione del territorio e molto spesso si è portati a valutare le condizioni di rischio correlandole commisurandola all'esperienza individuale di ognuno di noi, questo è quanto di più sbagliato c'è! L'esperienza degli altri ci deve servire per fare cultura di prevenzione, quindi andare a realizzare ad esempio, aree edificabili nella stretta continuità di aree alluvionali, in prossimità di torrenti, magari intubando torrenti, confidando sul fatto che la portata di questi ordinariamente è modesta, poi porta con condizioni meteorologiche più abbondanti, ad avere problemi anche molto molto importanti; vero è che il cambiamento climatico è anche questo un altro dato di fatto, quelle che noi oggi siamo abituati a chiamare bombe d’acqua, un tempo erano un po' più rare. La somma di più fattori porta ad avere criticità, sotto il profilo del dissesto idrogeologico, sicuramente maggiori. Sui profili invece degli incendi di bosco, anche qui l'abbandono del territorio, il fatto che la cultura del vivere il territorio con rispetto, spesse volte è trascurata e anche qui è sempre più presente, in determinati periodi dell'anno, la voglia di vivere e violentare spesse volte il territorio, porta per colpe più o meno evidenti, ad avere fenomeni di incendio molto importanti e alle volte molto devastanti. Non è sempre indicativo il numero degli incendi che si vanno a fronteggiare, spesse volte un incendio molto grande conta per uno ma distrugge aree enormemente più grandi. Quindi, nell’ambito della Calabria, possiamo dire che le principali criticità che noi andiamo a fronteggiare, sono legate a questi eventi che vengono classificati come eventi di carattere naturale, come incendi di bosco o eventi correlati al dissesto idrogeologico, ma molto spesso c’è dietro la mano dell’uomo che favorisce il verificarsi di questi eventi, quindi anche essi sono eventi di tipo antropico se vogliamo operare una classificazione sotto questo profilo.

A causa dell’uomo ma anche della morfologia della nostra Regione, la natura si trova flagellata da incendi boschivi nel periodo estivo e alluvioni, o comunque eventi analoghi, nel periodo invernale, costituiscono quale fetta di interventi?

- Senza dubbio, la morfologia del territorio, presta la nostra Regione a questo tipo di eventi, d’altra parte abbiamo aree boscate molto importanti, le quali per noi rappresentano un grosso patrimonio e come tutti i patrimoni si espongono a quelli che possono essere fattori di rischio. Noi Vigili del Fuoco abbiamo una competenza oserei dire a 360° nell'ambito del soccorso tecnico, il nostro nome “Vigili del Fuoco” ci identifica in una tipologia di evento: l'incendio, che è senza dubbio uno degli eventi più ricorrenti che andiamo a fronteggiare, ma in realtà noi abbiamo come corpo tecnico dello Stato la competenza di intervenire anche sugli eventi di dissesto idrogeologico in chiave generale, ma ancor di più su quelli che possono essere le incidentalità stradale; ancor di più quando riguarda il coinvolgimento di mezzi che trasportano sostanze pericolose e poi gli incidenti che possono riguardare impianti industriali più o meno importanti sotto il profilo della capacità di operare danni sul territorio e poi ancora eventi legati alla società civile ordinaria, voglio dire danni legati dal rilievo di dissesti statici sugli edifici o ancora, problematiche di aiuto alla popolazione laddove si tratta di collaborare per rifornire di viveri durante l'emergenza, colori quali sono rimasti particolarmente colpiti dalle singole emergenza o ancora prestare quell'aiuto nel favorire l'apertura di una porta e il rientro in casa di quei cittadini che, in situazioni particolari, pensiamo alle notti, pensiamo alle giornate festive, hanno fatica quando rimangono fuori dalla casa, a poter rientrare nell’abitazione. La nostra diciamo che è un'attività complessa, articolata e variegata, noi siamo dei generalisti del soccorso tecnico con una capacità però di fronteggiare anche delle specifiche situazioni operative con profili di importante e specificità e competenza.

Che consiglio darebbe alle persone che si vanno a trovare in queste situazioni di emergenza, non solo per la loro incolumità ma anche per dare una mano di aiuto ai vostri uomini?

- Certamente sarebbe auspicabile che, il senso di cultura della sicurezza e di percezione di quella che è una condizione di rischio, venisse rafforzato anche attraverso politiche di cultura e di divulgazione della sicurezza. Alcuni eventi consentono di lenire le condizioni di criticità, alludo ad esempio ad eventi alluvionali, essi non capitano nell’immediatezza, un evento alluvionale ha dei segnali: le grandi precipitazioni che proseguono per molto tempo, il fatto stesso che, chi vive il territorio conosce talune peculiarità, chi vive in un area depressa di un paese, sa benissimo di abitare in un area depressa. Allora già le prime avvisaglie, innescano una serie di interventi precauzionali, ad esempio spostare le autovetture in aree più sicure, mettersi ai piani alti delle abitazioni, se è possibile allontanarsi proprio da quelle che sono aree riconosciute con maggiore criticità è di sicuro un aiuto importante per rendere, laddove ci dovesse essere il fenomeno alluvionale, le conseguenze di questo evento meno importanti. Ma poi, ancor di più, garantire un adeguata di quelle che sono le griglie che raccolgono le acque pluviali all’interno delle città, molto spesso le abitazioni seminterrato o a piano terra, si allagano perché il sistema di raccolta delle acque previsto dalle opere fognarie presenti nelle nostre città, non è del tutto libero, è ostruito magri da sacchetti dell’immondizia lasciati in maniera improvvida, in prossimità degli stessi sistemi di smaltimento delle acque. Per cui basterebbe anche un senso civico più spinto, per avere conseguenze più limitate. Laddove le persone si dovessero comunque trovare in una condizione di reale o presunta condizione di pericolo è molto importante che, attraverso il 115 contattino la sala operativa provinciale del Corpo dei Vigli del Fuoco fornendo le giuste indicazioni, così da qui riceveranno certamente dei consigli utili da porre nell’immediato e anche delle indicazioni su come collaborare con noi; la collaborazione alle volte è importante anche a distanza, fornire una serie di informazioni, consente a noi di calibrare, progettare ed attuare l’intervento, cosa voglio dire? Quando uno chiama e chiede l’intervento ai Vigli del Fuoco, si vede arrivare un mezzo rosso, i nostri mezzi sono tutti rossi, ma non sono tutti uguali. In funzione di quelle che sono le informazioni che si acquisiscono da chi richiede l’intervento, siamo in grado di inviare la dotazione tecnica migliore più adeguata per fronteggiare quel tipo di intervento. Faccio un esempio banale finché si vuole, ma che rende bene l’idea: l’invio di un grosso mezzo in un centro storico è una illusione di portare un gran soccorso, perché il grosso mezzo rimane bloccato ben prima di arrivare nell’area interessata da criticità. A questo punto, dimensionare l’intervento, magari con due mezzi più piccoli, porta ad essere sicuramente più efficaci ed incisivi. Così come pure, l’acquisizione di informazioni su quella che può essere la presenza o meno di sostanze pericolose, consente di attivare quei nuclei specialistici di cui dicevo. O ancora, in termini di cultura delle prevenzione, nel caso dell’incidente stradale che coinvolge una vettura di cui si viene a conoscenza che c’è la presenza di GPL, l’allontanamento immediato di tutti quelli che sono in grado di farlo, anche per parecchie decine di metri, scongiura nel caso di un esplosione, un danno anche a persone presenti nell’ambito del contesto. Ripeto, la cultura della prevenzione è una cultura sulla quale occorre investire, noi come Vigli del Fuoco, eroghiamo tra i nostri servizi istituzionali, anche servizi di informazione alla popolazione e sotto questo profilo però, una raccomandazione è dovuta nella misura in cui occorre fare in modo che ognuno di noi, da cittadino, si senta maggiormente coinvolto da quelle che sono le problematiche di sicurezza che derivano dal territorio, in maniera tale da poter, quando dovesse verificarsi una condizione critica, meglio comportarsi nei suoi e nell’altri interesse.

Quali sono le vette a cui aspira e che intende raggiungere il Comando, sulla base del lavoro svolto e di quelle che sono le risorse a vostra disposizione?

- Noi abbiamo un unico grande obiettivo, semplice ma assolutamente importante: essere sempre i grado di poter fornire risposte adeguate alle domande di soccorso che pervengono dalla collettività, per fare questo, oltre ad avere dotazioni tecniche e uomini, c’è sempre l’esigenza costante di procede a percorsi di informazione ed addestramento. La qualità della risposta operativa, non è assolutamente un qualche cosa che si acquisisce una volta nella vita e poi la si possiede, è un bagaglio che va continuamente aggiornato, è un bagaglio che va continuamente sottoposto a momenti di retraining, momenti in cui si va a rivisitare la conoscenza e noi ogni giorno, in ogni turno di servizio, abbiamo un opportuno segmento riservato all’addestramento in turno. Sono poi previsti percorsi formativi e mirati, che vanno a coinvolgere il personale, nell’ambito della carriera di ognuno di noi, secondo programmi preordinati dell’amministrazione, che sono per l’appunto in grado, in termini di obiettivi, di mantenere sempre elevata e se possibile, di accrescere quella che è la qualità del nostro servizio.

Siamo a conoscenza della recente visita del nucleo SAF presso un ospedale, per portare doni ai bambini e regalare così tanti sorrisi. Quali sono le varie iniziative che portate avanti? E Perché lo fate?

- Siamo un corpo tecnico che nasciamo e viviamo per portare sollievo tecnico però, in chiave estensiva, quando si può fornire anche qualcosa di più, quando la si può fornire a soggetti che vivono un momento della loro vita particolarmente delicato e quando questo si ritiene di poterlo rendere compatibile con le attività operative in essere, lo si fa molto volentieri. Probabilmente lei allude a quell'iniziativa di quando qualche giorno fa, promossa dal Tribunale per la Difesa dei Diritti del Malato e che si è svolta presso l'Ospedale Civile “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, allorquando nel reparto di pediatria abbiamo simulato, in maniera anche giocosa, perché poi il messaggio di cultura della sicurezza non deve essere visto come qualcosa di assolutamente austero, che ti viene calato che ti rende la vita pesante per quel periodo in cui te lo vai a sorbire, lì attraverso un gioco, il nostro personale ha adottato una serie di tecniche speleo alpino fluviali discendendo dall'alto e contribuendo a un gioco di far entrare attraverso questa tecnica nel reparto una serie di supereroi particolarmente nelle grazie dei piccoli pazienti; in quel caso si è effettuato attraverso questo gioco una sensibilizzazione, certamente dei bambini malati nei confronti dell’attività dei Vigli del Fuoco, ma ci premeva, in quella circostanza, regalare un sorriso chi viveva un momento di particolare difficoltà: ai bambini ed ai loro genitori, perché un genitore che vedo un proprio figlio che per un pomeriggio sorride e magari è meno incupito alla permanenza in ospedale e comunque una cosa assolutamente bella e che quando c'è possibile, noi facciamo in maniera assolutamente piacevole.

Il personale in congedo si fa invece carico di un’altra grande iniziativa per i bambini, il titolo è POMPIEROPOLI, cosa aggiunge lei?

- Fa molto di più il nostro personale in concedo. Noi come Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, abbiamo tra gli obiettivi che ci prefiguriamo di raggiungere alla fine di ogni anno, anche quello di divulgare la cultura della sicurezza. Io dico sempre che non si smette mai di essere Vigile del Fuoco, anche quando si va in congedo, si continua ad essere Vigile del Fuoco, semplicemente non si può fare più l'attività operativa. Sulla base di questo presupposto, sulla base di questo assunto, il personale in congedo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che aderisce prevalentemente all'Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, collabora non solo qui a Catanzaro a dire il vero, ma in maniera molto efficace qui su Catanzaro, a divulgare la cultura della sicurezza nelle scuole attraverso incontri e anche quest'anno attraverso l’esecuzione di una serie di edizione di “Pompieropoli”, cos’è Pompieropoli?! È un’iniziativa ludico-educativa che favorisce l'avvicinamento di bambini, generalmente fino a 10-12 anni di età, non di più, a quello che è il mondo dei Vigili del Fuoco. Consente di cogliere, attraverso l'aspetto più colorato, quello che è il messaggio di sicurezza che c'è nella nostra attività. Quest'anno l’Associazione Nazionale, tra iniziative svolte su Pompieropoli e iniziative svolte all'interno delle scuole, grazie anche alla sensibilità e alla collaborazione di molti dirigenti scolastici, ha raggiunto circa 2500 ragazzi, quindi è una attività che è un sicuro investimento, perché poi attraverso i nostri ragazzi, che si sensibilizzano alla cultura della sicurezza, anche noi adulti veniamo raggiunti nelle nostre famiglie, spesso richiamati alla nostra responsabilità, ai nostri doveri, quante volte i bambini che vengono educati, non solo da noi, quindi alludo anche, ad esempio, al 118, alludo anche alla polizia stradale, alla sicurezza sulle strade, quante volte i nostri bambini ci vengono a dire “papà hai dimenticato la cintura di sicurezza”, attraverso i bambini riusciamo a crescere anche noi, quindi è un'arma, se così vogliamo dirla, molto efficace di comunicazione di cultura della sicurezza.

Filippo Coppoletta


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