Iraq, petrolio: i danni della guerra siriana e il rilancio economico

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 BAGHDAD, 28 GENNAIO 2014 – Un alto funzionario iracheno ha denunciato che l'attuale situazione in Siria ha più volte ostacolato i progressi in quanto a energia dell'Iraq, in particolare per quanto concerne lo sviluppo di giacimenti di gas e petrolio, e l'oleodotto che porterebbe le risorse fino al Mediterraneo, fatto saltare decine di volte. Il vice ministro per l'energia Hussain al-Shahristani ha denunciato anche il crescente numero di terroristi che utilizzano vaste aree desertiche tra la Siria e l'Iraq, dove vengono stabilite le basi da cui poi partono gli attacchi alla popolazione civile, gli obiettivi economici o alle infrastrutture. E gli attacchi alle forniture energetiche sono stati la loro priorità, pur di privare il paese della principale fonte di entrate. In particolare, i terroristi si sono concentrati sull'esportazione del petrolio, la produzione di energia elettrica e le linee di trasmissione.

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Il gasdotto turco-iracheno è stato fatto saltare ben 54 volte nel 2013, una media di una volta a settimana. Un gasdotto che pompa in media 250,000 barili al giorno. Ma nonostante i disordini, l'Iraq è pronta a compiere il “salto energetico” con compagnie internazionali, ossia ci si appresta a veder compiute le infrastrutture che finora non sono state colpite dai disordini. Si prevede l'aumento della produzione di petrolio pari a un +50%.

foto: hurryietdailynews.com

Dino Buonaiuto

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Scritto da Dino Buonaiuto

Giornalista di InfoOggi

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