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Irisbus, in piazza oltre tremila manifestanti per evitare la fame

GROTTAMINARDA (AV), 7 SETTEMBRE 2011 – Grande mobilitazione in piazza a Grottaminarda, il comune più vicino all’azienda Irisbus. Uno sciopero generale di otto ore indetto dalla Cgil che ha visto coinvolti in prima fila gli operai della nota azienda italo-francese affiancati da quelli della Fma, dell’Almec, dai precari della scuola e dai cassintegrati delle fabbriche irpine. Si sono aggiunti in seguito circa una ventina di sindaci e tanti personaggi di spicco della politica regionale e nazionale, tra cui il primo cittadino della città di Avellino.[MORE]

In coda al lungo cordone, poi, gli immigrati libici giunti in Italia per una vita migliore, attirati dalla potenza mediatica del nostro paese. La tensione si è mantenuta alta per tutta la durata della manifestazione, nella loro compostezza i manifestanti hanno bloccato il casello dell’autostrada Napoli - Bari all’altezza dello svincolo di Grottaminarda con diversi disagi alla circolazione e code sul tratto che collega la Puglia alla Campania.

È stata l’occasione ghiotta per gridare al governo e all’Italia tutta il malcontento che ormai gli operai vivono da mesi, costretti a portare avanti una battaglia che pare già persa in partenza, costretti a mangiare e dormire tra le sbarre dei cancelli della loro fabbrica che a breve li abbandonerà definitivamente lasciando migliaia di famiglie per strada. <<Non riceviamo più lo stipendio da oltre tre mesi>>, così si sfogano gli operai Irisbus.

È una macchia che si allarga giorno dopo giorno, una crisi che sembra non finire mai dove è stato decisivo lo scarso impegno di un governo che solo ora pare interessarsi alla questione dopo la totale immobilità iniziale. Dalla piazza di San Pio del comune avellinese i circa mille lavoratori della Irisbus hanno gridato all’unisono le dimissioni del Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro; l’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Ciriaco de Mita, si è dichiarato pronto a manifestare in tuta qual’ora ce ne fosse il bisogno.

Insomma una giornata da ricordare che ha portato ad una grande adesione nella piazza a dimostrazione che c’è un’Italia e un Mezzogiorno che chiede equità e giustizia e non si piegherà mai alle politiche del governo.
 

Carmine Mainiero