Estero

Isis, distrutte tombe romane di Palmira

DAMASCO, 4 SETTEMBRE 2015 – I deturpamenti archeologici ad opera dello Stato Islamico sono ormai all’ordine del giorno: la lista è lunga e comprende, tra le altre, la distruzione delle statue leonine della città di Raqqa,quella delle rovine della città di Hatra e l'attacco al sito di Dur Sarrukin.

Sfortunatamente, l’ovvia mancanza di comunicazioni con lo Stato Islamico rende necessario un considerevole quantitativo di tempo per fare un inventario dei danni e, anche quando questo finalmente avviene, si tratta spesso di un rendiconto impreciso. Il caso di Palmira, il sito archeologico siriano a 240 km da Damasco, ne è un triste esempio. Entrata sotto il controllo dell’Isis lo scorso maggio, Palmira è stata già amputata del tempio di Baal Shamin, che risaliva al I secolo d.C.

Ora, secondo quanto riportato da alcune fonti panarabe che citano Maamun Abdelkarim, il direttore governativo delle antichità e dei musei siriani a Damasco, sembrerebbe che nella furia dell’Isis sia caduta anche una tomba di epoca romana che si trovava nella città. [MORE]

Maamun Abdelkarim ha spiegato che l’ esemplare andato perduto è quello di Elahbel, una tomba costruita nel 103 d.C. Tuttavia, non c’è nessuna garanzia che questa sepoltura sia l’unica ad essere stata trafugata: stando al gruppo Protect Syrian Archaeology che, dall’estero, cerca di monitorare i danni archeologici che stanno avendo luogo in Siria, il confronto tra due immagini satellitari della zona di Palmira mostrerebbe in maniera piuttosto chiara la differenza tra il periodo precedente all’arrivo delle truppe jihadiste e quello successivo. Le tombe, che hanno una caratteristica forma “a torre” non sarebbero, infatti, più visibili dal satellite, cosa che confermerebbe il loro essere state rase al suolo. “Hanno fatto esplodere le torri funerarie che erano meglio conservate, le più belle”, ha concluso con rammarico Abdelkarim.

(foto:articolotre.com)

Sara Svolacchia