Economia

Istat, cresce il Pil dello 0,4%. Si registra un +1,5% in un anno

ROMA, 16 AGOSTO - Buone notizie dagli ultimi dati Istat per l’Italia. Il Pil sarebbe infatti cresciuto dello 0.4% rispetto al precedente trimestre mentre sarebbe in aumento dell’1.5% rispetto al secondo trimestre del 2016. Un risultato significativo, considerato che si tratta della migliore situazione dal 2011 a questa parte.[MORE]

La crescita acquisita per il Pil italiano nel 2017 è pari all’1,2%, rispetto ad un andamento che secondo l’Istat fa registrare «un tasso di crescita costante e persistente». La variazione sarebbe inoltra dovuta ad un aumento dell’industria e dei servizi, che hanno un «andamento omogeneo, con i servizi che mantengono un tasso di crescita importante».

Come si diceva, il dato dell’1,5% è il risultato più alto fatto registrare dal 2011 ad oggi, quando l’incremento era invece stato pari al 2,1%. I dati Istat sono stati commentati in mattinata dall’ex premier e segretario Pd, Matteo Renzi, che si è scagliato contro gli ormai noti ‘gufi’ anti-renziani: «Oggi i dati ISTAT ci dicono che la strategia di questi anni produce risultati. Flessibilità, non austerity. Giù le tasse a ceto medio e imprese che investono. I risultati arrivano, il tempo è davvero galantuomo».

Secondo l’ex premier, dunque, gran parte dei meriti rispetto ai dati odierni, è da riferirsi ai mille giorni in carica dell’esecutivo Renzi, venuto meno dopo le dimissioni dell’attuale segretario Pd a seguito della sconfitta del referendum costituzionale di dicembre. Anche per il premier Paolo Gentiloni, il dato rappresenta una «buona base per rilanciare economia e posti di lavoro». Soddisfazione generale è stata espressa dal Pd in toto, da Ettore Rosato sino ad Ernesto Carbone.

Sui dati Istat non poteva non esprimersi il titolare all’Economia, Pier Carlo Padoan: «Ha contribuito una politica economica che dal 2014 ha proceduto con coerenza lungo un sentiero stretto, ma tracciato in modo chiaro: riduzione delle tasse, incentivi agli investimenti privati, misure sociali per il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza». Secondo Padoan, tuttavia, non bisogna mollare la guardia e si deve puntare su ciò che ancora non funziona, vedasi disoccupazione giovanile: «Per i giovani non si è fatto abbastanza. La crescita economica diffusa comincerà a produrre benefici anche per loro, favorendone l’ingresso in un mercato del lavoro reso più dinamico e propenso alle assunzioni, ma misure specifiche per favorire l’inizio di un percorso lavorativo dovrebbero accelerare questo recupero».

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta