ROMA,13 MARZO 2014 - Con 365 sì, 156 no e 40 astenuti, la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla riforma della Legge Elettorale. L’Italicum, come da tempo ormai è stato ribattezzato il nuovo sistema di voto, passa adesso al vaglio del Senato.
A Palazzo Madama potrebbero nascondersi insidie politiche e l’Italicum potrebbe uscirne modificato. I capisaldi della riforma però non si devono toccare. Questa è la volontà di Renzi e di Berlusconi, i leader di PD e Forza Italia, che con un accordo extraparlamentare hanno dettato i paradigmi della nuova legge elettorale.
Cosa prevede il testo approvato dalla Camera dei Deputati? Quali dei duecento emendamenti presentati durante la discussione e votati in una maratona durata tre giorni, hanno plasmato la legge che sostituirà il tanto odiato Porcellum?
PREMIO DI MAGGIORANZA – Come nel Porcellum, anche per l’Italicum è previsto un premio di maggioranza che garantisca la governabilità e non crei impasse parlamentari. La soglia da raggiungere per ottenere il premio di governabilità è del 37%.
Per la coalizione o il partito che raggiunge la soglia del 37% è previsto quindi un premio di maggioranza massimo del 15% in modo da garantire una maggioranza di 340 parlamentari, senza poter in tal modo oltrepassare la soglia del 55% dei seggi disponibili.
DOPPIO TURNO – E’ la grande novità dell’Italicum ed allo stesso tempo la meno digerita. La nuova normativa elettorale prevede un doppio turno, “un ballottaggio”, nel caso in cui nessuna coalizione riuscisse a superare la soglia del 37% fissata per il premio di maggioranza.
Al doppio turno si sfideranno i due partiti o coalizioni che nella prima tornata hanno ottenuto la maggioranza dei voti. A questo punto il vincitore otterrebbe 327 seggi, lo sfidante “secondo classificato” 290, mentre sarebbero riassegnati i 12 seggi dei voti delle circoscrizioni estere.
SBARRAMENTI – Su questo tema si è davvero giocato sul filo del rasoio. Quello dello sbarramento per entrare in parlamento ha creato non poche insurrezioni, soprattutto da parte dei partiti piccoli (Lega, Scelta Civica, UDC e Sel) che rischiano di fare la fine di Fini.
Per i partiti che non si presentano in coalizione, come avverrà per il M5S la soglia di sbarramento per entrare alla Camera ed ottenere dei seggi, è stata alzata all’8%; per tale motivo i partiti di centro, da Scelta Civica ad UDC, qualora decidessero di correre da soli, come fu per l’ultima tornata elettorale, potrebbero restare fuori dal parlamento.
Per i partiti che si presentano in una coalizione lo sbarramento è al 4,5%, mentre le stesse coalizioni dovranno superare il 12%. Ciò vuol dire che partiti come Sel, in coalizione con il PD o la Lega, in coalizione con Forza Italia, ma anche Fratelli d’Italia e NCD, potrebbero aiutare sì Berlusconi a vincere le elezioni, restando però a mani vuote (senza poltrone ndr).
LISTE BLOCCATE – Altro paradigma insostituibile dell’accordo Renzi- Berlusconi: non ci saranno le preferenze. Il sistema di scelta dei parlamentari resterà uguale a quello del Porcellum, con la differenza che le liste bloccate saranno più corte, ovvero composte da meno candidati (3-6) per ogni circoscrizione.
L’Italia sarà divisa in 120 collegi plurinominali, cercando quanto più di mantenere una impostazione di base provinciale. I collegi saranno disegnati dal Ministero degli Interni, entro 45 giorni.
QUOTE ROSA – E’ previsto dalla nuova legge elettorale che le liste bloccate siano composte per il 50% da donne. A questo però non farà seguito la norma dell’alternanza di genere, emendamento presentato da Scelta Civica e bocciato a Montecitorio, con conseguente delusione delle deputate.
IL SENATO - Questo sistema di voto non sarà però attuato per l’elezione (l’ultima dice Renzi) del Senato della Repubblica. A Palazzo Madama gli elettori manderanno i propri rappresentati attraverso il sistema di voto previsto dalla legge elettorale messa a punto dalla Corte Costituzionale.
Questo è lo schema con cui l’Italicum si presenterà ai nuovi elettori, qualora il Senato non dovesse emendarne gli aspetti principali, sopra descritti.
LE REAZIONI – Il varo della nuova legge elettorale da parte della Camera dei Deputati ha destato molteplici reazioni, come già sottolineato, per quegli aspetti più delicati, ovvero le soglie di sbarramento, che potrebbero lasciar fuori non poche anime politiche.
Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, ha criticato la riforma di Renzi: «Non si parli di piccoli partiti, chi ha il 4% ha il voto di due milioni di italiani, è inaccettabile che venga escluso dalla rappresentanza».
Il leghista Matteo Bragantini, ha definito la riforma una «Forza Italicum».«Si ritorna al passato – dice il deputato del carroccio - un super Porcellum anticostituzionale». Sel ha invece inscenato una protestato alla Camera, durante la lettura dell’approvazione, sventolando libretti con la Costituzione.
Dal canto suo, Scelta Civica, che si è astenuta durante le votazioni, auspica che al Senato la riforma sia modificata e per quanto riguarda le soglie di sbarramento e per le preferenze.[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da corriere.it