Politica

Jobs Act: votato l'emendamento del governo. Cambia l'art.18

ROMA, 18 NOVEMBRE 2014 – La maggioranza trova l’accordo e la Commissione Lavoro della Camera ha approvato in serata l'emendamento riformulato dal governo sull'art.18: soddisfatti il Partito democratico e il Nuovo Centrodestra, mentre sale la tensione nelle file del Movimento 5 Stelle, di Sel, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, che hanno votato contro e abbandonato l’aula subito dopo il via libera, in segno di protesta.

Per il premier Renzi il Jobs Act è «un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici». «Se riusciremo a spostare attenzione dall’austerità alla crescita - ha aggiunto -, cambiando il paradigma economico dominante di questi anni di crisi, la ricaduta sulla vita delle persone in posti di lavoro e capacità di spesa sarà evidente».

«Avanti dunque con un'opera impegnativa e complessa di riforma, per dare al più presto risposte alle persone in carne ed ossa che fuori da qui aspettano un segnale concreto di cambiamento», ha commentato entusiasta Teresa Bellanova, sottosegretario al Lavoro.[MORE]

Art. 18 addio

Cambia l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: il diritto al reintegro nel posto di lavoro rimarrà per i licenziamenti nulli e discriminatori e per «specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato», che saranno dettagliate nei decreti legislativi successivi all’ok definitivo, ma scomparirà - è questa una delle novità principali della delega - per i licenziamenti economici, prevedendo «un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio».


Domenico Carelli

(Foto: cisl-bergamo.it)