Economia

La Legge di Stabilità «non convince». No da Confindustria, mentre i sindacati minacciano sciopero

MILANO, 16 OTTOBRE 2013 – Come sempre accade, dopo la presentazione della Legge di Stabilità ieri da parte di Enrico Letta, piovono le polemiche: «Una manovra che allontana la ripresa, che non convince e che non centra l'obiettivo dell'equità. Ci allontana dall'obiettivo di dare vigore alla lenta ripresa che si sta delineando», ha tuonato Confindustria.

In sostanza - secondo  quanto illustrato dal Premier, la manovra dovrebbe essere di circa 11,5 miliardi nel 2014, 7,5 miliardi nel 2015 e 7,5 miliardi nel 2016. Inoltre, la Legge di Stabilità prevede il rifinanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese. Inoltre, stabilita anche una riduzione di tasse per le imprese pari a 5,6 miliardi con una curva crescente nell'arco del triennio (per i lavoratori sarà di 5 miliardi); il blocco dell'aumento dell'Iva per le cooperative sociali (doveva scattare a gennaio). Previsti anche incentivi per il passaggio dai contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato.

In particolare, il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, pur ribadendo che quella intrapresa è la strada giusta, tuttavia ma non ancora abbastanza «per farci ritrovare la crescita». Per Squinzi , la manovra presentata «non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale. Cosa fare? Non sono il primo ministro di questo Paese ma vorrei dire che ci vuole più coraggio. Non basta mantenere lo status quo».

Non si sottrae allo scontento nemmeno Rete Imprese Italia che, attraverso Ivan Malavasi, presidente della Cna e di Rete Imprese Italia, la definisce «un'aspirina. Dodici miliardi non sono lo shock economico di cui l'Italia ha bisogno per uscire dalla recessione, rilanciare gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie. Non è l'ora dell'aspirina. Serve almeno il doppio della cifra prevista dal governo».

Sul piede di guerra anche la Uil che - gradendo poco le misure che il Governo ha pensato per il pubblico impiego –attraverso il suo segretario, Luigi Angeletti, minaccia lo sciopero: «Certamente pronta a proteste forti e allo sciopero contro il blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione. Il governo aveva detto basta ai tagli lineari, annunciando: d’ora in poi solo operazioni chirurgiche sulla p.a. per decidere dove investire e dove tagliare. Cosa c’è invece di più lineare di bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti».

Sulla stessa lunghezza d’onda Susanna Camusso, segretario Cgil, secondo la quale la Legge di Stabilità: «Smentisce le promesse fatte in queste settimane da molti ministri. Non c’è alcuna discontinuità rispetto alle politiche precedenti, le cifre che si sono potute vedere a sostegno dei redditi di lavoratori e pensionati non sono sufficienti e si aggredisce il lavoro pubblico anche sulle politiche sociali. Ci vorrebbero ben altre cifre perché il tema è la restituzione fiscale per le fasce più basse».

(Fonte: Ansa. Foto: ogginotizie.it)

Rosy Merola [MORE]