L'Alfabeto della fede: Ispirazione e Liturgia
Parola e Fede Lazio

L'Alfabeto della fede: Ispirazione e Liturgia

giovedì 12 ottobre, 2017

Cari lettori, continua il nostro cammino di approfondimento con la rubrica "l'alfabeto della fede". Le parole che prenderemo in esame oggi sono: Ispirazione E Liturgia. Inoltre, vi ricordo che potete leggere sempre su InfoOggi i numeri precedenti della InfoOggi i numeri precedenti della rubrica.  [MORE]

ISPIRAZIONE

L’Ispirazione è una delle tante modalità, attraverso le quali il Signore fa giungere all’uomo la conoscenza della sua volontà.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Cosa è esattamente l’ispirazione? È il pensiero di Dio posto nel nostro pensiero. È il suo desiderio posto nel nostro desiderio. È la sua volontà posta nella nostra volontà. È la sua sapienza posta nella nostra sapienza. È la sua intelligenza collocata nella nostra intelligenza. È il suo cuore messo nel nostro cuore.

È la sua luce fatta divenire nostra luce. Sono i suoi occhi che diventano nostri occhi. Tutto questo avviene in modo “inconsapevole”, senza alcuna manifestazione o rivelazione o visione o altro modo di rivelarsi di Dio all’uomo.

LITURGIA

Liturgia è ogni azione sacra posta in ordine alla celebrazione dei sacramenti. Essendo azione di Cristo e della Chiesa, attraverso i suoi ministri, spetta alla Chiesa, mai al singolo stabilire le azioni da compiere per ogni singolo sacramento. Il significato intrinseco di ogni sacramento rimane immutabile nei secoli. Le azioni storiche possono cambiare, a seconda dei luoghi, dei tempi, delle culture. Sempre ci si deve ricordare che la liturgia è per l’uomo e non l’uomo per la liturgia. Tutto sempre dovrà essere vissuto per la santificazione della persona umana.

La liturgia è il culto pubblico della Chiesa. Esso si fa nella Chiesa e in nome della Chiesa, ma con l’autorità e la potestà sacramentale che vengono da Dio. Sul culto pubblico nessuno può apportare modifiche, tranne quelle che la stessa Chiesa contempla e che lascia alla libera iniziativa del singolo ministro incaricato del culto. La Chiesa è obbligata a vigilare perché nessun abuso, nessuna alterazione, nessuna modifica arbitraria si introduca nel suo culto pubblico.

Quest’azione di vigilanza è necessaria per non esporre i sacramenti a nullità.
Essendo la liturgia finalizzata alla santificazione dell’uomo, non è concesso compiere alcuna azione sacra con il peccato mortale nell’anima. Vale sia per il celebrante e anche per i fedeli. Le parole di Gesù non consentono interpretazioni fuorvianti: Ci si riconcilia con Dio e con gli uomini e poi si viene all’altare per offrire a Dio la propria vita. Senza riconciliazione non c’è offerta.

Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono (Mt 5,23-24).

 

Don Francesco Cristofaro


Autore
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