L'Alfabeto della fede: Poverta' e Preghiera
Parola e Fede Lazio

L'Alfabeto della fede: Poverta' e Preghiera

venerdì 20 ottobre, 2017

Cari lettori, continua il nostro cammino di approfondimento con la rubrica "l'alfabeto della fede". Le parole che prenderemo in esame oggi sono: Povertàe Preghiera Inoltre, vi ricordo che potete leggere sempre su InfoOggi i numeri precedenti della InfoOggi i numeri precedenti della rubrica. [MORE]

POVERTÀ

La povertà è la condizione nella quale è chiamata a vivere la natura umana. Anzi tutta vita che è stata posta da Dio sulla terra è collocata in una condizione universale di povertà. Ognuno per vivere ha bisogno dell’altro. E tutti hanno bisogno di ogni altro elemento posto da Dio sulla terra e nei cieli.

A questa povertà naturale, di essenza, l’uomo con il suo peccato, ne ha aggiunta una seconda. Questa è povertà che è vero stravolgimento della povertà di natura. È una povertà di vizio e il vizio consiste nel volere l’uomo vincere la sua povertà di natura togliendo vita ai suoi fratelli, sia vita spirituale che vita fisica. Mentre nelle virtù ognuno diviene vita per l’altro e aiuta l’altro nella sua povertà perché possa vivere da vero uomo, nel vizio l’uomo toglie all’altro anche quel poco che ha per vivere, perché lo vuole fare suo ad ogni costo, anche se non gli serve a nulla.

Poi ci sono anche i vizi che non solo tolgono vita agli altri, la tolgono anche a coloro che il vizio coltivano. Nel vizio l’uomo si priva della sua stessa vita, ma non per farne un dono agli altri, ma solo per togliere a se stesso vita preziosa e incamminarsi sulla via della morte, aggiungendo malattie a malattie e privazione di vita spirituale a privazione di vita spirituale. È questo il tristissimo frutto del peccato. Da povero l’uomo si fa ancora più povero perché si priva della stessa vita.

Qual è la volontà di Dio in ordine alla povertà? Il Signore comanda ad ogni uomo di vivere senza alcun vizio. All’assenza di vizi deve corrispondere la pienezza di ogni virtù. Con la virtù saprà usare saggiamente le cose del mondo per sé e per gli altri.

Si pensi per un solo attimo: quanto costa in soldi pubblici e privati curare i frutti di un vizio? Quanto costa in soldi pubblici e privati i costi di un divorzio, di un aborto? Quanto costa in soldi pubblici l’amministrazione della giustizia per tutti i peccati che si commettono? Ogni peccato è fonte di miseria e di impoverimento. Più peccati si commettono e più un popolo si impoverisce. Il peccato ha un costo altissimo. Quanti miliardi di miliardi costa al popolo il mantenimento delle carceri? Ma le carceri sono il frutto del vizio e del peccato dell'uomo. Quanto costa in soldi pubblici e privati la gestione delle case per tossicodipendenti? Così anche dicasi per le molteplici malattie genetiche frutto dei vizi dell’uomo.

Il vizio e il peccato del singolo non si ferma al singolo, così come una esplosione di radioattività non si lascia incapsulare nel luogo dove essa avviene. Il vento sposta la radioattività da un confine all’altro della terra. Così il peccato e il vizio dell’uomo oggi sta rovinando aria, acqua, alberi, terra, ogni altra cosa.

PREGHIERA

La preghiera è la manifestazione a Dio, nella fede nella sua purissima verità, di ogni bisogno che nasce nella nostra vita, per superare la nostra naturale povertà. Si ha bisogno di tutto e tutto sempre si deve chiedere al Signore per noi e per gli altri. Dio sa di cosa abbiamo bisogno, ma vuole anche che noi ci animiamo di grande umiltà e glielo domandiamo. Povertà, umiltà, richiesta a Dio sono essenza della nostra umanità. Possiamo dire che la nostra umanità è povertà, umiltà, preghiera. Siamo sempre da Dio. Dobbiamo volere essere sempre da Dio.

Quando invece siamo nella povertà del peccato, che ci fa nemici di Dio e nel mondo intero, creatori di ogni povertà materiale e spirituale per noi e per ogni altro uomo, allora la prima preghiera da fare è chiedere al Signore che ci doni il suo perdono, elargendoci la sua grande misericordia e ci riposizioni nella nostra vera povertà, liberandoci da quella falsa. Senza il ritorno nella nostra verità di natura, nell’obbedienza alla sua Legge, nessuna preghiera potrà essere elevata al Signore. Non c’è collegamento con Lui. Non siamo nella sua povertà.
E sommamente importante sapere che se siamo nel peccato il Signore non può intervenire nella nostra vita.
La preghiera non è fatta solo per noi stessi. È fatta anche per gli altri. Ma la preghiera per gli altri prima deve essere di conversione per il ritorno dell’uomo nella sua verità. Poi potrà essere fatta per ogni altra cosa.

La preghiera di intercessione ha un altissimo valore di carità per gli altri. Non c’è carità più alta della preghiera per la conversione dei cuori. Chi prega perché un cuore si salvi e si redima, non salva l’uomo solo per il tempo, lo salva anche per l’eternità. Questa preghiera dovrà essere sempre fatta nello stato di grazia e di virtù, senza peccato.

Don Francesco Cristofaro


Autore
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