TARANTO, 03 NOV. 2011 - Da anni la storia si ripete, ma un lieto fine sembra proprio non arrivare mai. L'inquinamento, dovuto soprattutto alle emissioni a cielo aperto dell'ILVA, toglie il fiato. Toglie la speranza di trovare qualche stella nel cielo (in foto la situazione dell'ILVA durante la sua attività).[MORE]
Il fumo delle ciminiere si mescola alle nuvole sopra il cielo di Taranto. L'industria siderurgica in questione è uno dei maggiori complessi industriali in Europa che si occupa della produzione e della trasformazione dell'acciaio. Nascendo sulle ceneri della dismessa Italsider nel 1995, le emissioni inquinanti sono state oggetto di vari processi penali creando un vasto e prolungato dibattito ambientale. I tumori sono sempre più frequenti. E ci si domanda il perchè. La risposta è davanti agli occhi di tutti ma la lotta dei tarantini non basta.
Le annuali manifestazioni contro l'inquinamento sembra passino inosservate. Non bastano perché il muro dell'indifferenza da parte delle istituzioni fino a questo momento è stato invalicabile. Le promesse non servono a guarire i bambini ammalati di leucemia e non bastano per coprire le spese della ricerca. Nella città dei due mari l'aria è irrespirabile, la polvere rossa invade i balconi delle abitazioni del quartiere “Tamburi”. Non si può continuare a vivere nella consapevolezza di non poter risolvere la questione inquinamento. La città è spenta, riaccendiamo almeno la speranza. La speranza di poter riconsiderare Taranto come una città d'aMARE.