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La conversazione su... Everest di Baltasar Kormakur

Everest di Baltasar Kormakur: LA CONVERSAZIONE - editoriale di cinema a cura di Antonio Maiorino

La storia vera di una scalata dell'Everest avvenuta nel 1996, riuscita per alcuni, conclusasi, per altri otto, con un tragico epilogo, non va poi così lontano, se non fisicamente attraverso le riprese in Nepal. Nel film dell'islandese Kormakur, l'obiettivo di evitare il melodramma avventuroso viene centrato, ma raccontare una tragedia senza eroi tragici lascia perplessi, così come è arduo appassionare congelando un po' le passioni tra le cartoline ed il film corale - ergo, senza il dovuto focus sui personaggi. [MORE]

Nei titoli di coda scorreranno le foto del gruppo degli scalatori: una metafora eloquente di quello che Everest non riesce del tutto a diventare, cioè un film d'interazioni emotive, coeso, un organico che sia più della somma dei suoi singoli elementi. Sono bravi, singolarmente, Jason Clarke, Josh Brolin, Jake Gyllenhaal, le interpreti femminili - per quanto relegate in secondo piano, in una sofferenza domestica ed attutita, per lo più lontano dal vivo dell'azione (Emily Watson, Keira Knightley). Di là delle imprese mancate, però, il box office lo sta premiando.

 

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Antonio Maiorino