La fede va in vacanza?
Fantasticherie del cuore Calabria

La fede va in vacanza?

lunedì 20 luglio, 2015

20 LUGLIO 2015 - Penso che ognuno di noi, specie in questa calda stagione, abbia voglia di luce, sole, aria, mare pulito, gente con il sorriso intorno. La vita, di riflesso, si presenta variegata e coinvolta nei molteplici stimoli che la sollecitano. Tuttavia non capisco perché, in un naturale quadro del genere, dovrebbe venir meno il proprio modo di essere cristiani. Si può essere credenti solo da ottobre al mese di maggio? Perché l’estate dovrebbe essere un impedimento ad essere ciò che si è, anche se in vacanza? Com’è possibile spegnere o accendere l’interruttore della fede a seconda se si è nel proprio habitat o in un luogo turistico? In classe o al teatro? In famiglia o con degli amici? Sul posto di lavoro o nel pieno del divertimento? In chiesa o al mercato? In parlamento o alle processioni? Ai convegni ecclesiali o a quelli di partito?  

Essere cristiani è vivere costantemente con un certo stile di vita, coerente al messaggio della Parola, senza porsi contro qualcuno, magari giudicando e condannando. Un modello esistenziale che comunque non può zittirsi, svendendosi o annullandosi, dinnanzi alle incongruenze che rallentano la dignità e la libertà vera dell’uomo! Capisco e rispetto, anche se non condivido, chi dice di essere ateo o chi si oppone con civiltà al messaggio cristiano. Non accetto chi si batte il petto ogni domenica, per poi concedersi diversi mesi di “vacanza dalla fede” in estate e probabilmente anche in pieno inverno, senza escludere luoghi e situazioni dove è facile che si uniformi a ciò che lo circonda. A questo punto una domanda s’impone:  [MORE]

Ma chi è il cristiano? Sicuramente non lo è chi è astratto, teorico, pieno delle mille pagine “ingoiate” dalla sua mente. Non lo è chi esiste soltanto sui libri del catechismo, nei trattati teologici o nei scritti dogmatici della Chiesa. Saremmo difronte ad un cristiano del libro, inesistente. Lo si potrà descrivere a parole, ma non “pesare” nella storia di ogni giorno. Non può nemmeno essere vero cristiano chi nella sua quotidianità è immorale, concupiscente, privo di verità, oppure luce appannata o canna incrinata. Il cristiano ha una fede autentica, quale verità oggettiva, soprannaturale, divina, che gli consente di non cadere nelle false relazioni umane. Resoconti sociali che offrono sempre un risultato appetibile, senza mai mostrare il marcio di un procedimento, spesso Machiavelliano e reso possibile da un relativismo che tutto giustifica, liberando l’uomo da qualsiasi regola naturale.

Cosa potrà dare al prossimo un cristiano che, pur conoscendo a memoria tutti i testi dei libri sacri e delle verità esistenti al mondo, si vergogni di testimoniare la sua fede tra la gente? La vita non nasce dai trattati sulla vita. Nasce perché si prende un seme o un germoglio da una pianta, si pone nel terreno, si fa da esso un’altra pianta. Nasce perché l’uomo e la donna mettono insieme i loro semi e la vita umana fiorisce, si rinnova. Così è della fede. Nasce se essa è forte e coerente nel cuore. Così si salva l’emorroissa e il capo della Sinagoga rivede sua figlia creduta morta. Il mio maestro spirituale ricorda, spesso, quanto sia giusto che ogni cristiano si interroghi e si chieda: “Quanta verità oggettiva soprannaturale è in me?.

Quanta viva è la mia fede? Con essa cosa posso e cosa non posso fare? Fin dove giunge la mia potenza operatrice? Dinanzi ad un evento storico, cosa posso garantire, dare, offrire realmente e non solo come speranza remota, lontana, ai miei fratelli?”. Domande che saranno soddisfatte solo coltivando l’appartenenza a Cristo. Le risposte saranno nel germe di vita nuova che il credente saprà portare ovunque. È di sicuro normale e giusto che il cristiano vada in vacanza, ma non di certo la fede!

 

Egidio Chiarella

www.egidiochiarella.it

[email protected]

 


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