La Giordania vendica il suo pilota: i raid contro l'Isis non si fermano

domenica 8 febbraio, 2015

AMMAN (GIORDANIA) 08 FEBBRAIO 2015 - Dopo l'uccisione del 26enne pilota giordano arso vivo dall'Isis, la Giordania mette in atto una escalation militare che non si fermerà fino a quando il gruppo terroristico <<non sarà annientato>>.[MORE]

Queste sono le parole pronunciate dal comandante delle Forze aeree, Mansour Jbour, durante una conferenza stampa tenuta in una base militare della capitale. Il comandante ha ricordato anche come dall'inizio dei raid della Coalizione <<sono stati uccisi 7.000 combattenti dell'Isis>>. L'esercito di Amman, inoltre, in un comunicato annuncia: <<Con i tre giorni di raid di rappresaglia che hanno colpito 56 obiettivi abbiamo distrutto il 20 per cento delle capacità militari dell’Isis>>.

Intanto Anonymous, la rete mondiale di hacker, in un video diffuso in rete due giorni fa, annuncia di aver "spento" centinaia di account Twitter e Facebook di presunti appartenenti all’Isis e dichiara: <<Sarete trattati come un virus, e noi siamo la cura>>.

Il principe Carlo, che oggi si è recato in Giordania per incontrare il re Abdullah II, parlando della radicalizzazione dei giovani musulmani britannici, l’ha definita <<una delle maggiori preoccupazioni del momento>>.

L'erede al trono britannico si recherà anche negli Emirati Arabi Uniti che si sono già schierati con la Giordania. Secondo l’agenzia di stampa statale Wam, infatti, il principe ereditario Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, di Abu Dhabi ha ordinato ad uno squadrone di caccia F16 di stazionere in Giordania come segno di <<solidarietà risoluta e costante>> ad un paese che ha fatto immensi sacrifici incarnati dal "pilota eroe" ucciso dall'Isis.

Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, intervistato a In Mezz'ora su Raitre, parlando delle ragioni che hanno fatto crescere l'Isis, ha sottolineato come in questo momento un bagno di sangue <<avrebbe un effetto molto pericoloso>>.

Fonte foto: Wikipedia

Chiara Innocenti

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