La legge elettorale e le strategie della politica
Politica Lombardia

La legge elettorale e le strategie della politica

giovedì 30 marzo, 2017

MILANO, 30 MARZO - Sulla legge elettorale, il mese di maggio sarà (o quanto meno dovrebbe essere) quello decisivo. E’ quanto emergerebbe dalle strategie delle forze in Parlamento, ben consapevoli della necessità di attendere la partita che si gioca all’interno del Pd, ago della bilancia dell’attuale legislatura.[MORE]

Considerata la sfida interna alle primarie, che si terrà domenica 30 aprile, l’impressione è che nulla accadrà prima di tale fatidica data. Ieri, tutti i capigruppo alla Camera hanno così deciso di attendere le primarie ed il congresso Pd, dopo una conferenza che ha del resto confermato le incertezze della politica italiana sulla materia, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum.

Si tratta già di un ennesimo stop, che potrebbe tuttavia essere l’ultimo. La data concordata e fissata per il mese di maggio lascia trasparire la volontà dei partiti di chiudere il tavolo della legge elettorale entro l’estate. L’attendismo dei partiti e i continui dietrofront da una parte e dall’altra incutono tuttavia i timori di un pasticcio che rischia di consumarsi, lasciando ben salda la posizione del governo Gentiloni nell’ultimo anno della legislatura odierna.

Ma quali sono le proposte in campo? Partendo dal Pd, la soluzione prediletta sarebbe quella del Mattarellum, che non godrebbe tuttavia di un ampio ventaglio di condivisioni tra il resto delle forze politiche. Il che emerge evidentemente anche dalla mutata posizione di Mdp, che lo ha fatto sapere attraverso Alfredo D’Attorre. La novità della giornata di ieri è tuttavia la posizione di Bersani, sempre in casa Mdp: «Pronto a votare il Mattarellum a tutte le ore del giorno e della notte. Poi vediamo se c’è l’intenzione di farlo sul serio». La bocciatura sul Mattarellum sarebbe giunta anche da Fratelli d’Italia e da quel pezzo di Pd che sostiene alle primarie il guardasigilli Andrea Orlando.

 

Preso atto di questo, si virerà sulle soluzioni alternative. Ma è chiaro come le primarie Pd si rivelino su questo tema fondamentali, poiché spetterà al futuro segretario la decisione definitiva sulla linea da intraprendere e sulla proposta da impacchettare all’aula di Montecitorio e alle forze in campo. Tra le possibili soluzioni, detto del risicato consenso sul ritorno al Mattarellum, vi sarebbe il ritocco dell’Italicum, purché opportunamente modificato sulle linee guida della Corte Costituzionale.

Siamo tuttavia alla trentesima proposta presentata in commissione il 13 marzo, indice di un caos che regna sovrano anche a causa dell’eccessivo attendismo strategico delle forze politiche. L’Italicum corretto, a firma dei deputati renziani Fragomeli, Malpeli, Rotta, consisterebbe in un maggioritario con proporzionale in caso di mancata vittoria al primo turno, con la reintroduzione di un secondo turno sulle indicazioni della sentenza della Consulta. Al secondo turno accederebbero le forze politiche che raggiungono la soglia del 20%. E’ inoltre confermato il premio di maggioranza al 40%, che dovrà però essere raggiunto anche al Senato, oltre che alla Camera. Altra modifica riguarderebbe il passaggio del ‘premio’, che andrebbe alla lista e non alla coalizione, come invece previsto dall’Italicum antecedente alla pronuncia della Consulta.

Quanto al Mattarellum, il leader di Lega Nord Matteo Salvini ha fatto sapere che la Lega «sostiene qualunque sistema elettorale pur di far votare gli italiani». Un monito dunque nei confronti degli altri partiti che lo osteggiano. Per il Mattarellum vi sarebbe anche Direzione Italia, capeggiata dal leader Raffaele Fitto: «Noi siamo per il maggioritario e il Mattarellum è una buona base di partenza» - si legge in una nota.

Ma la contrarietà al Mattarellum, detto di Mdp, è accompagnata dalla posizione di Forza Italia e degli attuali alleati di governo di Alternativa Popolare (ex Ncd). Area Popolare punta infatti ad una proposta alternativa che guardi al mutato sistema politico italiano, e dunque al tripolarismo instauratosi con la legislatura del 2013. Un No secco è giunto anche da Forza Italia, attraverso il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, che ha accusato il Pd di fare i propri interessi in relazione al Congresso.

Infine il Movimento 5 Stelle, che punta al c.d Legalicum: «Si deve andare a votare con il Legalicum applicato al Senato, con un tratto di penna si potrebbe tornare alle urne in tre giorni» - tuonano i deputati della commissione Affari costituzionali. Dalle varie posizioni, emerge evidentemente una situazione complessa e complicata da sbrogliare, con il rischio di un allungamento dei tempi che potrebbe risultare molto pericoloso, consegnando al paese l’ennesimo vulnus legislativo.

 

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Politica.