COSENZA, 06 GENNAIO 2014-L’intera provincia di Cosenza è sotto il dominio della 'ndrangheta che impone le sue “leggi”, plasma buona parte dell’economia locale a suo piacimento e detiene il controllo sociale in vaste aree del territorio. Dalla costa tirrenica a quella jonica, dai monti del Pollino a quelli della Sila non esisterebbe un luogo dove la criminalità organizzata sia assente.
Secondo quanto riportato da "La Gazzetta del Sud" la Dia avrebbe consegnato al Viminale la fotografia dell’attività mafiosa dei primi sei mesi del 2013 nel Cosentino. Uno scenario di certo non incoraggiante che mette in luce una vera e propria mappatura delle cosche nella provincia bruzia. Il rapporto sarebbe contenuto integralmente nella relazione sull’attività antimafia che il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, avrebbe presentato proprio nelle settimane scorse. [MORE]
Nonostante Ettore Lanzino, ritenuto dagli investigatori il presunto “mammasantissima” di Cosenza, sia in carcere dal novembre 2012 così come Franco Bruzzese, arrestato nell’agosto dello stesso anno (era ricercato per una sentenza definitiva di condanna a 12 anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio) e indicato dagli inquirenti a guida del “clan degli zingari” di Cassano, gli equilibri sarebbero inalterati.
Gli “007” della Sezione della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, guidati dal vicequestore Antonio Turi hanno tracciato la mappa della malavita cosentina individuando dieci aree del territorio provinciale e risalendo alle principali famiglie “ndranghetiste” e alle relative “reggenze”. La costa tirrenica sarebbe saldamente in mano al gruppo degli “italiani” mentre la fascia jonica subirebbe il controllo degli “zingari”. I due gruppi criminali si contenderebbero invece la città di Cosenza e l’hinterland del capoluogo.
Davide Scaglione