La mia vita per la vita
Parola e Fede

La mia vita per la vita

lunedì 23 luglio, 2012

Oggi nella nostra rubrica diamo spazio alla testimonianza di una giovane dottoressa.

“Giuro […] di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; […] di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze […] ” (Giuramento di Ippocrate).

Spesso mi è chiesto di parlare del mio lavoro, di quello che significa per me e di come riesca ad affrontare anche delle situazioni difficili.[MORE]

Prendersi cura della vita e della salute dell’altro è ciò che mi ha spinto a intraprendere questa strada. Da quando ho memoria, ho sempre voluto fare il medico sebbene fossi consapevole degli studi impegnativi e del carico emotivo che ciò comportava: vivere un giorno a contatto con la vita, la sofferenza, provare la frustrazione di non riuscire ad aiutare, sperimentando ogni giorno la piccolezza dell’essere umano di fronte alla malattia.

Sono stata testarda e, non senza difficoltà, sono riuscita a realizzare il mio sogno. Svolgo la mia professione con i pazienti più indifesi e vulnerabili: i neonati. Quotidianamente vivo a contatto con la vita nascente ricca di aspettative e di progetti e, spesso, mi trovo a dover affrontare situazioni delicate sia dal punto di vista medico che umano.

È bello gioire per una nuova vita, ma è altrettanto difficile spiegare come tale esperienza possa essere altrettanta complessa: mi riferisco alla nascita dei bambini prematuri o alle patologie più o meno gravi, dove talvolta i bambini rischiano la vita e il loro sviluppo futuro. È, però, anche bello ammirare come da una creatura così piccola si sprigioni una forza vitale che, anche nei momenti più difficili, riempie il cuore e ti edifica.

Vivere questa quotidianità per me significa condividere, insieme ai miei colleghi, gioie e soddisfazioni come altrettanti drammi e delusioni, nel prendersi cura delle famiglie, dei piccoli pazienti, senza la paura di perdere l’obiettività e la professionalità.
Vedere il sorriso dei bambini, la gioia dei loro genitori dopo i momenti difficili, mi ripaga di ogni fatica e crea un legame indissolubile che mi spinge ad andare avanti nonostante i limiti e le difficoltà.
Ama il prossimo tuo come te stesso”: questo è quello che penso ogni volta che un paziente, bambino o adulto che sia, ha bisogno di me; vedere nell’altro il volto sofferente di Cristo, poter dare il mio contributo in modo concreto, umile e silenzioso. Questo è il motore che spinge la mia vita.

Forse, qualcuno potrebbe considerare questa mia esternazione come un prematuro idealismo e pensare che, probabilmente negli anni, cambierò il mio modo di guardare la vita. La mia risposta è: “Fare o essere”, esercitare la professione medica o essere medico? Questo è il punto della questione! Lavorare e operare come fosse qualcosa fuori da sé o, al contrario, vivere coerentemente il proprio stato in piena conformità alla vocazione personale? Questa è la visione che ho della mia professione, una visione radicata in una profonda fede senza la quale non riuscirei ad affrontare, ogni giorno, il dolore di una perdita e l’accettazione di una malattia.
Ciò mi richiede ogni giorno studio, confronto, aggiornamento, perché credo profondamente che ogni medico abbia l’obbligo morale di crescere professionalmente. Ogni giorno prego lo Spirito Santo perché illumini la mia mente, le mie mani, perché ogni mio atto possa essere uno strumento umano di guarigione secondo scienza e coscienza.

Dr.ssa Immacolata Guzzo
Dirigente Medico Primo livello
U.O.TIN-Neonatologia, Ospedale di Lamezia Terme

 

La Dr.ssa Guzzo si rende disponibile a rispondere a tutte le vostre domande


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