ALASSIO (SV), 21 NOVEMBRE 2011- Ha ricevuto pure la visita del Vescovo Diocesano Mons. Oliveri, Don Luciano Massaferro l’ex parroco di San Vincenzo Ferreri e San Giovanni di Alassio, condannato nella tarda serata di venerdì dalla Corte d’Appello di Genova a sette anni ed otto mesi di reclusione per atti di libidine compiuti su di una cherichetta di appena undici anni.[MORE]
“Il nostro è stato un incontro in cui il padre ha incontrato uno dei suoi figlioli”, si è laconicamente limitato a dire il Vescovo della Diocesi di Albenga, nella cui giurisdizione ricade la cittadina savonese, quando, all’uscita della canonica in cui il condannato è rinchiuso agli arresti domiciliari, è stato avvicinato dai cronisti. Monsignor Olivero intimamente continua ad essere convinto dell’innocenza di Don Luciano nonostante i giudici di secondo grado abbiano confermato in tutto e per tutto la condanna già irrogata al sacerdote dai magistrati del Tribunale di Savona.
Pure i molti fedeli di Don Luciano continuano a proclamarsi convinti del fatto che l’adolescente si sia inventata tutta la storia delle molestie di natura sessuale per protagonismo. Per loro, in fondo, più che una vittima è solamente una gran bugiarda. Le maldicenze che buona parte della piccola, morbosa e provinciale Alassio ha, nell’ultimo anno, riservato alla cherichetta, che con le sue dichiarazioni ha dato il là all’inchiesta, hanno costretto quest’ultima, insieme a tutta la sua famiglia, ad emigrare abbandonando per sempre la “ Città del muretto”. Oggi, comunque, ad Alassio dopo la seconda condanna per Don Luciano le certezze di molti in ordine alla sua innocenza iniziano a franare. “ Spero che dopo al condanna in appello qualcuno finalmente cambi idea” si è limitato, venerdì sera nel cortile del Palazzo di Giustizia di Genova, ad osservare l’avvocato Mauro Vannucci, legale di parte civile che difendeva gli interessi della ragazzina.
I difensori di Don Massaferro, Alessandro Chirivì di Albenga e Mauro Ronco di Torino, invece continuano a proclamare l’estraneità ai fatti del loro assistito o, per meglio dire, l’inesistenza dell’accaduto giacché per loro la ragazzina presunta vittima ha raccontato solamente menzogne e preannunciano ricorso in Cassazione. “ Il Giudice di legittimità ci darò ragione perché contro Don Luciano non esistono prove” affermano. Molto probabilmente il collegio d’Appello di Genova depositerà le motivazioni della sentenza a metà Gennaio. Da quella data inizieranno a decorrere i quarantacinque giorni per il ricorso in Cassazione.
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Sergio Bagnoli